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Conte risponde a Berlusconi: “L’Italia è in buone mani ci lasci lavorare”

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte difende l’operato del governo dagli attacchi di Forza Italia: “Berlusconi stia tranquillo, l’Italia è un buone mani. Lui ha avuti tanti lustri per governare, ora ci lasci l’opportunità di lavorare”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Berlusconi stia tranquillo, l'Italia è un buone mani. Lui ha avuti tanti lustri per governare, ora ci lasci l'opportunità di lavorare". Il premier Giuseppe Conte interpellato dai cronisti a Volturara Appula, risponde alle critiche mosse dal leader di FI Silvio Berlusconi al governo giallo-verde.

A proposito della manovra il premier ha affermato: "Non alimentiamo polemiche, noi non guardiamo alle logomachie che stanno sui giornali e si diffondono nel circuito massmediatico, pensiamo a lavorare e lavoriamo con determinazione".

Berlusconi oggi pomeriggio a Fiuggi durante il suo intervento ha lanciato accuse pensanti: "Ci sono due squadre, una della Lega, che si è presentata con il programma scritto al 95% da noi. E l'altra, quella del M5s, che si sta rivelando peggiore di quanto immaginavamo, peggiore della sinistra, nemico delle imprese e delle infrastrutture, propenso alle nazionalizzazioni". Alla kermesse organizzata da Antonio Tajani ha aggiunto: "Questo governo e soprattutto i Cinque Stelle, sono nemici della libertà".

Anche il presidente del parlamento europeo e vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani dopo la convention di Fiuggi ha attaccato il presidente del Consiglio in seguito alla diffusione dell'audio del suo portavoce Rocco Casalino: "Sarebbe giusto che Conte mandasse via questo signore da Palazzo Chigi. Una persona di questo livello non può stare seduto nel palazzo del governo di uno dei più importanti Paesi democratici d'Europa. E' davvero una cosa vergognosa quello che è accaduto. Il primo ministro – ha aggiunto Tajani – non può dire ‘ah, io non voglio sapere perché era una dichiarazione privata'. Anche le intercettazioni con le quali sono state mandati in galera i mafiosi – ha incalzato Tajani – erano conversazioni private. Vorrebbero rendere tutto pubblico, la legge è uguale per tutti. Io credo – ha concluso – che farebbero bene a dire al signor Casalino "è ora che tu te ne torni a casa perché non sei all'altezza di fare il portavoce del primo ministro". 

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