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Naufragio Costa Concordia

Concordia, “Schettino deturpò il Giglio”. Condannato a pagare multa di 5mila euro

La corte di appello di Firenze ha confermato l’ammenda inflitta in primo grado dal tribunale di Grosseto. L’ex comandante sta scontando una pena a 16 anni di carcere, confermata in Cassazione, per il naufragio del 13 gennaio 2012 durante il quale 32 persone persero la vita.
A cura di Biagio Chiariello
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La corte di appello di Firenze ha confermato l'ammenda inflitta in primo grado dal tribunale di GrossetoDeturpamento di bellezze naturali. Questo il motivo che ha spinto la Corte di appello di Firenze a confermare la condanna a 5.000 euro di ammenda, inflitta in primo grado dal tribunale di Grosseto, a Francesco Schettino, il comandante della Costa Concordia condannato in via definitiva– e ora in carcere – per il naufragio avvenuto il 13 gennaio 2012 di fronte l’Isola del Giglio (in cui morirono 32 persone). A riferirlo è l'Ente nazionale protezione animali, parte civile nel processo. “Questa condanna – ha spiegato l'avvocata Claudia Ricci – non può certo rendere giustizia dei gravissimi danni causati dal comandante Schettino con il naufragio della Concordia, tuttavia è importante e significativo che il giudice abbia sanzionato l'illiceità della condotta dell'imputato dal punto di vista dei danni causati al paesaggio”. La presidente nazionale di Enpa, Carla Rocchi, ha aggiunto: “Resta una infinita amarezza per le tantissime vite umane spezzate e per i tantissimi animali morti a causa del naufragio. Purtroppo ci vorranno anni perché questa ferita possa rimarginarsi”.

Secondo i giudici della Cassazione, che hanno confermato la condanna di primo e secondo grado, Schettino fu il principale responsabile del dramma avvenuto ormai sei anni fa e, anche se ufficiali e membri dell’equipaggio (tra i quali il timoniere indonesiano) commisero errori (che Schettino avrebbe potuto e dovuto evitare), essi non furono determinanti nel naufragio. Peraltro l'ex comandante in primo grado era stato condannato a tre mesi per non aver adottato tutte le misure necessarie e idonee a limitare al minimo i rischi per i lavoratori marittimi imbarcati sulla Costa Concordia e a 15 giorni "per non aver attuato con diligenza le procedure di emergenza emesse dall'armatore in caso di sinistro marino".

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