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Opinioni

Casini e Bersani: è (di nuovo) amore?

Mesi di convivenza più o meno forzata a sostegno di Monti e di contemporanea riorganizzazione interna. Ma è davvero possibile un asse Bersani – Casini alle politiche del 2013? Stando alle ultime dichiarazioni dei due…
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Bersan-Casini

E' dalla direzione nazionale dell'Unione di Centro che arriva la "novità politica" della giornata. Parole e musica di Pierferdinando Casini in una lunga intervista al Corriere: "Bersani è un interlocutore serio, non cambia idea tutti i giorni. Come in Grecia e in Germania il tema di un patto di emergenza tra chi è nel Ppe e chi è nel Pse esiste. Tra progressisti e moderati si può creare un asse per governare l'Italia. Come capiscono anche tanti moderati del Pdl". Un giudizio che muove da alcune considerazioni sostanziali sul futuro dell'Europa e sull'idea di Paese che Casini ha in mente, senza prescindere dal sostegno al Governo Monti e dalla volontà  di portare a compimento le riforme: "Il percorso è appena all'inizio e i partiti devono fare le riforme. Monti può essere un ottimo interprete del federalismo europeo, l'unico modo per battere la crisi. […] Il rischio (elezioni anticipate, ndr) esiste. E arriva dal centrodestra, soprattutto".

Un centrodestra, nella cui "fase di ricostruzione" i centristi pure sembravano poter recitare un ruolo importante, ma che invece è ancora ostaggio del Cavaliere "tornato a dare le carte e a spingere il Pdl verso la solita deriva del populismo". Una presenza che era e resta l'ostacolo maggiore alla partecipazione dell'Udc alla costruzione del "grande partito dei moderati". Del resto Casini e i suoi (con la partecipazione dello stesso Montezemolo) erano sembrati chiari fin dall'inizio, ponendo l'estromissione di Berlusconi come precondizione di ogni dialogo ulteriore sulla riva destra. E' abbastanza pacifico, dunque, che con un Silvio d'assalto come quello degli ultimi giorni (per giunto colto da un'irrefrenabile logorrea e dalla sindrome della smentita compulsiva), Casini valuti come archiviato un progetto soltanto abbozzato dietro le quinte da pontieri più o meno convinti.

L'apertura a sinistra però ha anche un valore ulteriore che va ricercato nel delicato momento che vive il Partito Democratico.  Ecco dunque la stoccata allo "scomodo" Renzi:

Renzi è un ragazzo intelligente e simpatico. Gioca l'eterna partita giovani contro vecchi. Lo capisco bene, dicevo le stesse cose anche io tanti anni fa. Ma capisco il corpo del Pd che lo respinge. Renzi, obiettivamente, per molti aspetti è alla mia destra. Basti pensare alla santificazione di Marchionne. Se le aprono a tutti (le primarie, ndr), ci saranno tanti della destra anti-Pd che andranno a votare Renzi».

Difficile al momento capire quanto la linea suggerita troverà riscontri immediati. Certo è che arriva in una fase particolarmente delicata e potrebbe provocare una sorta di effetto domino, costringendo anche gli altri partiti "interessati" ad assumere posizioni chiare e precise. A cominciare dall'Italia dei Valori, chiamata davvero a confrontarsi con l'aut aut di Bersani, per proseguire con Sinistra e Libertà, giunta ad un bivio cruciale della sua pur breve esperienza politica: scendere a compromessi dietro il paravento della "responsabilità" o perseguire in una costruzione dell'alternativa che si presenta quantomai complessa (e per giunta sul piano concreto con la "concorrenza sleale" del M5S). Del resto Bersani ha già fatto sapere di considerare un patto con l'Udc "nella logica delle cose", con buona pace della distanza siderale su temi etici, economici e politoci in senso stretto (e con buona pace degli "umori" di militanti e dirigenti). Ma questa è un'altra storia, di cui con ogni probabilità torneremo a parlare ben presto.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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