Carlo Nuzzi, studente scomparso a Bologna: esami non dati, per questo se n’è andato

"Carlo stai tranquillo, torna presto a casa da noi". A scriverlo, nel pomeriggio di ieri, è stato Antonio Nuzzi, padre di Carlo, il ragazzo calabrese trapiantato a Bologna scomparso ormai da cinque giorni. La convinzione dei suoi familiari è che il 28enne si sia allontanato volontariamente, e che l'abbia fatto per un senso di colpa nei confronti dei genitori: il suo curriculum universitario, infatti, sarebbe stato piuttosto diverso rispetto a quello raccontato ad amici e parenti.
Nel corso delle indagini sulla scomparsa del giovane studente di Farmacia all'Università di Bologna i carabinieri hanno infatti scoperto che a Carlo Nuzzi non mancavano solo un esame e la tesi di laurea prima di terminare gli studi, come aveva a lungo raccontato a amici e parenti. Dagli accertamenti svolti presso la segreteria della facoltà è infatti affiorata una realtà molto diversa comunicata nelle scorse ore ai familiari del 28enne e che in qualche modo ha spiegato le ragioni per le quali Nuzzi è andato via.
E' possibile che il ragazzo avesse maturato il timore che le persone a lui più vicine sarebbero rimaste deluse dai suoi risultati universitari. Una paura che si sarebbe fatta giorno dopo giorno più forte, fino a convincerlo a far perdere le sue tracce. Ieri i suoi amici hanno passato la giornata a lanciare appelli: "A noi non interessa perché è andato via. Vogliamo solo essere certi che stia bene. Noi lo aspettiamo a braccia aperte". Rosa, la sua compagna, ieri è stata dimessa dall'ospedale dove venerdì scorso aveva subito un intervento chirurgico: anche lei ha ripetuti che Carlo deve tornare da lei e dai suoi genitori. In ogni caso le ricerche stanno proseguendo e i carabinieri ieri pomeriggio hanno controllato la sua stanza per cercare una traccia, un indizio, che dica dove può essere andato.