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Camorra: pizzo al mercato ortofrutticolo imposto anche ai clienti, 11 arresti

I carabinieri di Aversa nel Casertano hanno smantellato un gruppo affiliato ai Casalesi che imponeva il pizzo sia a coloro che vendevano la merce che a quelli che l’acquistavano.
A cura di A. P.
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Imponevano il pizzo non solo ai venditori del mercato ortofrutticolo ma anche ai loro clienti in particolar modo nelle occasioni delle festività natalizie e pasquali. Per questo undici persone ritenute appartenenti alla fazione Schiavone del clan camorristico dei Casalesi sono state arrestate dai carabinieri di Aversa in provincia di Caserta con l'accusa di associazione mafiosa ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e condotte dai carabinieri del nucleo operativo del reparto territoriale di Aversa, si sono svolte tra l'ottobre del 2012 e maggio del 2013 e hanno ricostruito l'assetto geocriminale del gruppo camorristico che operava nell'agro aversano taglieggiando i commercianti.

L'inchiesta ha permesso di smantellare l'organizzazione criminale individuando capi e gregari. I carabinieri infatti hanno scoperto che nel mercato ortofrutticolo di Aversa, il pizzo veniva imposto sia a coloro che vendevano la merce che a quelli che l'acquistavano. A gestire l'attività estorsiva era Paolo Lama, 54 anni, ma a capo delle attività illecite c'era Vincenzo Borrata, di 44 anni, anche lui tra gli arrestati, che, a sua volta rendeva conto a Carmine Schiavone, figlio di Francesco Schiavone, soprannominato Sandokan, boss detenuto del clan dei Casalesi.  Durante le indagini inoltre sono stati emessi provvedimenti restrittivi nei confronti di altri 23 indagati, tutti appartenenti allo stesso gruppo criminale e accusati degli stessi reati.

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