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Cade l’ultima roccaforte dell’Isis in Siria

I combattenti curdi dello YPG, per il quale si era arruolato anche l’italiano Lorenzo Orsetti, hanno sconfitto l’Isis e liberato anche la sua ultima roccaforte in Siria, la città di Baghuz.
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A cura di Davide Falcioni
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Lo YPG, esercito curdo per cui combatteva da internazionalista anche il trentatreenne italiano Lorenzo Orsetti, ucciso lunedì nel corso di un agguato, ha liberato Baghuz dai miliziani dello Stato Islamico: l'ultima roccaforte dell'Isis in Siria così è caduta. A renderlo noto è stato Mustafa Bali, portavoce delle Forze democratiche siriane (Sdf), le milizie curde sostenute anche dagli Stati Uniti. "Le Forze democratiche siriane dichiarano la totale eliminazione del cosiddetto califfato e la sconfitta territoriale al 100 per cento dell'Isis. In questo giorno unico, commemoriamo migliaia di martiri i cui sforzi hanno reso possibile la vittoria", ha annunciato Bali su Twitter.

La vittoria dei curdi a Baghuz mette fine a quasi cinque anni di guerra contro l'Isis in Siria. Nelle scorse settimane, i combattenti curdi – tra i quali è molto forte la presenza femminile – avevano dato inizio alla battaglia finale per espellere lo Stato Islamico dalla sua ultima roccaforte di Baghuz: migliaia di civili avevano lasciato la città e molti miliziani del califfato attivi nell'area circostante si erano arresi. Non tutti, però, avevano deposto le armi e lunedì mattina, nel corso di un combattimento, è stato ucciso anche l'italiano Lorenzo Orsetti, 33 anni, da circa un anno e mezzo in forze tra gli internazionali che spalleggiano le YPG. Orsetti è morto insieme a tutti gli altri componenti del suo battaglione, ma il suo contributo è stato decisivo per la vittoria sull'Isis.

"Questo è un momento storico, che abbiamo atteso insieme alla comunità internazionale", ha commentato Abdel Kareem Umer, il capo delle relazioni internazionali delle Forze democratiche siriane (Sdf). "Questo non significa che abbiamo messo fine al terrorismo e a Daesh", ha aggiunto. "Abbiamo messo fine a Daesh dal punto di vista militare, abbiamo messo fine al loro stato. Daesh ha ancora cellule dormienti e la loro ideologia esiste ancora nell'area sulla quale hanno governato per anni", ha aggiunto Umer.

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