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Scandalo Divina Provvidenza: richiesto l’arresto per il senatore Azzollini

Presentata richiesta di arresto per il Senatore del Nuovo Centrodestra. Tra le dieci persone in manette a Bisceglie, in provincia di Barletta, anche due suore.
A cura di Davide Falcioni
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UPDATE 18.10 – Antonio Azzollini ha commentato la richiesta di arresto avanzata dalla Procura di Trani: "Mi difenderò come sempre nel processo e nelle aule parlamentari per la parte che riguarda queste". Secondo l'accusa Azzollini avrebbe detto alle suore della Divina Provvidenza entrando nella Casa: "Da oggi in poi comando io, se no…". La frase, riferita da presenti e citata da Repubblica, è contenuta nell'ordinanza di arresto: secondo il gip sarebbe stato un "episodio intimidatorio che inaugura la stagione del potere azzolliniano".

UPDATE ore 17.30 – Tra le richieste di arresti domiciliari c'è anche quella per il senatore del Nuovo Centrodestra Antonio Azzollini, in passato primo cittadino di Molfetta ed oggi presidente della Commissione Bilancio del Senato. Sulla richiesta della Procura di Trani dovrà prossimamente esprimersi il Parlamento. Nell'ambito dell'inchiesta sono inoltre finiti dietro le sbarre D.R., A.B. e R.T., amministratori della Casa Divina Provvidenza. Ai domiciliari, inoltre, sono finite due suore, altri amministratori e consulenti dell'ente.

I carabinieri di Bisceglie, in provincia di Barletta, hanno tratto in arresto dieci persone (tre delle quali in carcere, sette ai domiciliari) per il crac di 500 milioni di euro della Casa Divina Provvidenza di Bisceglie, l’ospedale psichiatrico finito in amministrazione straordinaria ai sensi della legge Prodi bis. Tra le persone ammanettate ci sono funzionari (interni e non) e due suore, tutti sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta. Le ordinanze di custodia cautelare del gip Rossella Volpe sono state richieste da Francesco Giannella, procuratore aggiunto di Trani, e dalla pubblico ministero Silvia Curione nell’ambito di un'inchiesta partita nel 2012. Il fallimento dell'ente fu richiesto al Tribunale di Trani dalla Procura per via di debiti che ammontano a mezzo miliardo di euro.

Nel dicembre del 2013 il piano presentato dall'ente è stato ammesso all'amministrazione straordinaria, ma già due mesi prima era intervenuto il Vaticano commissariandolo e rimuovendo suor Marcella Cesa e la congregazione delle Ancelle della Divina Provvidenza, sostituiti con il vescovo di Molfetta, monsignor Luigi Martella. La Polizia Tributaria di Bari ha sequestrato stamani un immobile a Guidonia di proprietà della congregazione: durante gli ultimi due anni, sono stati eseguiti diversi sequestri su conti riconducibili al Don Uva di Bisceglie: uno di questi ammontava a ben 27milioni di euro.

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