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Bruciata in auto dall’ex, Simona lo aveva già denunciato. Lui: “Ti manderò all’inferno”

A Vercelli Simona Rocca, la donna bruciata in macchina dall’ex, Mario D’Uonno, è ancora ricoverata in gravi condizioni al centro grandi ustionati del Cto di Torino. Il suo aggressore è stato sottoposto a interrogatorio da parte degli inquirenti e si trova in carcere: pare che perseguitasse da più di due anni la vittima, che lo aveva denunciato già 3 volte. Su Facebook aveva scritto: “Ti manderò all’inferno, fosse l’ultima cosa che faccio”.
A cura di Ida Artiaco
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Simona Rocca, 40 anni (Facebook).
Simona Rocca, 40 anni (Facebook).

La perseguitava da due anni e mezzo, lei lo aveva denunciato già tre volte e, nonostante un ordine restrittivo, lui ha continuato a importunarla fino a ieri, quando l'ha inseguita e ha dato fuoco alla sua vettura in un parcheggio alla periferia di Vercelli. Simona Rocca, la protagonista 40enne dell'ultimo episodio di violenza verificatosi nella giornata di ieri, lunedì 4 febbraio, è ancora ricoverata in gravi condizioni e in prognosi riservata al centro grandi ustionati del Cto di Torino, con ustioni sul 45% del corpo, mentre vengono diffusi i primi dettagli dell'incubo che ha vissuto negli ultimi tempi. Il suo aggressore, Mario D'Uonno, ex guardia giurata 50enne, è stato sottoposto ad un interrogatorio che è durato alcune ore, dopo essersi costituito in questura dopo il tentato omicidio e ora si trova in cella. Dalle indagini, è emerso che l'uomo tra poche settimane avrebbe dovuto presentarsi davanti ai giudici per la denuncia di stalking presentata proprio da Simona nei suoi confronti. Sui social aveva scritto: "Ti manderò all’inferno, fosse l’ultima cosa che faccio".

D'Uonno aveva il divieto di avvicinarsi a lei, ma i carabinieri non hanno fatto in tempo a notificargli il provvedimento emesso dal gip del tribunale di Vercelli soltanto sabato scorso. E così, nella giornata di ieri, intorno alle 10 del mattino, l'ha seguita fin nel parcheggio del supermercato dove la donna, mamma di due figli, lavora e, dopo averla malmenata e averle detto che l'avrebbe uccisa, ha dato fuoco alla vettura con lei dentro con una tanica di benzina. I due si sarebbero conosciuti proprio all'Oviesse di Vercelli, dove anche l'uomo lavorava come guardia giurata. Avrebbero avuto una relazione durata qualche mese, ma lui non si dava pace e continuava a minacciarla di raccontare tutto al marito. Così Simona, per liberarsi di quel peso, aveva deciso di raccontare tutto alla famiglia e, anche con il sostegno del coniuge, ha denunciato quell'uomo. Da allora ci sono state telefonate, strattoni, inseguimenti, messaggi minatori e insulti di ogni genere. Mario era stato rinviato a giudizio per stalking, molestie e atti persecutori. Per alcuni mesi sembrava uscito di scena e invece è ritornato improvvisamente e in maniera ancora più violenta.

Intanto, tutta la città piemontese si è stretta intorno a Simona, organizzando una fiaccolata in suo onore. Il corteo, organizzato da alcuni membri del gruppo Facebook "Sei di Vercelli se", si è concluso nella serata di ieri in piazza Cavour. Presenti anche le autorità, tra cui il sindaco Maura Forte, il presidente della provincia Carlo Riva Vercellotti, l'arcivescovo monsignor Marco Arnolfo. "Costernazione per l'accaduto e solidarietà a Simona sono di tutta Vercelli. Non è normale che sia normale e facciamo tutti in modo che non lo sia mai", è il messaggio pubblicato sul profilo Facebook dall'amministrazione comunale.

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