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Bomba alla sede della Lega a Treviso, per la Procura è stato un attentato terroristico

Secondo la Procura l’attentato alla sede della Lega di Treviso, rivendicato da una sedicente cellula anarchica, è stato di matrice terroristica. Per il questore di Dalel Mura “il secondo ordigno avrebbe potuto ferire seriamente” persone nelle vicinanze, che fossero state coinvolte nella deflagrazione, scongiurata dal brillamento effettuato dagli artificieri.
A cura di Annalisa Cangemi
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I due ordigni che sono stati trovati alla sede storica della Lega a Villorba (Treviso) sono stati piazzati lì per quello che, secondo la Procura, è stato un attentato terroristico: "E' terrorismo e gli atti sono arrivati senza esitazione alla Procura distrettuale di Venezia", ha detto oggi il Procuratore della Repubblica di Treviso Michele Dalla Costa. Le due bombe, di cui solo una è esplosa (mentre la seconda, la più potente, è stata fatta brillare dagli artificieri) non hanno fatto danni gravi: un portone lievemente danneggiato, questo il bilancio.

Il gesto è stato rivendicato da una cellula anarchica, "Haris Hatzimihelakis /Internazionale" che con un comunicato online, datato 12 agosto, ma circolato il 15 sul web, spiegava le sue ragioni: "Rivendichiamo la collocazione contro politici, sbirri e loro tirapiedi. A tutto questo non vogliamo essere complici, alla violenza indiscriminata degli Stati ci opporremo con la violenza discriminata contro i responsabili di tutto ciò".

E intanto proseguono le indagini per ricostruire quanto accaduto: un primo ordigno, presumibilmente una innocua "bomba carta", posta su un pianerottolo di una scala metallica antincendio sul retro del palazzo chiamato "K3" sarebbe stata fatta esplodere nelle prime ore di sabato mattina, 11 agosto. Questo primo scoppio aveva probabilmente lo scopo di attirare sul posto le forze dell'ordine. Alcuni residenti della zona hanno avvertito il forte rumore, e hanno avvisato gli agenti, che però non sono riusciti a individuare subito il luogo preciso dell'esplosione. La possibilità che lo scoppio potesse essere giunto dal K3 sarebbe stata presa in considerazione dalla Digos solo a Ferragosto, proprio attraverso la lettura del messaggio di rivendicazione firmato dalla cellula anarchica. A quel punto sono scattati i controlli nella sede del Carroccio, nel primo pomeriggio di ieri, ed è stato trovato il secondo oggetto, dotato di una carica esplosiva più potente, oltre che di un sistema di innesco attivabile dal passaggio di persone tramite la tensione di un filo di nylon. Questa seconda "bomba" (forse una pentola a pressione contenente, oltre al materiale esplodente, anche frammenti metallici), è stata neutralizzata ieri dagli artificieri della Polizia.

La direzione delle indagini, ha precisato il questore Maurizio Dalle Mura, è affidata al sostituto procuratore della Repubblica di Venezia Roberto Terzo, al cui servizio opererà la Digos di Treviso. In base alle valutazioni degli artificieri, ha confermato il questore di Treviso, "il secondo ordigno avrebbe potuto ferire seriamente" persone nelle vicinanze che fossero state coinvolte nella deflagrazione.

Il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli è intervenuto sull'episodio, che giudica un ‘grave atto intimidatorio' contro la Lega: "Da tempo denunciamo il clima di pesante intimidazione intorno al nostro movimento: nell'ultimo biennio sono state aggredite e danneggiate numerose nostre sezioni in tutto il territorio nazionale, passando da scritte con minacce di morte ai proiettili inviati un mese fa alla sezione di Varese, il tutto nel più totale silenzio del Pd e dalla sinistra. Chiediamo a tutte le forze politiche di stigmatizzare questi continui episodi di violenza di cui siamo vittime: perché il silenzio rimbomba ed è complice di chi alla democrazia preferisce la violenza, di chi vuol fermare la battaglia per il cambiamento di un movimento democratico e pacifico come la Lega".

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