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Bologna, sesso con la figlia minorenne della compagna: “È stata la scuola a lanciare l’allarme”

Un uomo di 38 anni è stato arrestato a Bologna per aver abusato sessualmente della figlia minorenne della sua compagna convivente. A lanciare l’allarme era stata la scuola, preoccupata dai brutti voti e dalle assenze della ragazza. Secondo gli inquirenti, le violenze sarebbero avvenute tra febbraio e giugno 2018, prima con palpeggiamenti e poi con rapporti sessuali completi.
A cura di Ida Artiaco
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Ha cominciato ad avere brutti voti e a non presentarsi spesso in classe. Così la scuola ha allertato i servizi sociali che a loro volta hanno fatto partire le indagini che hanno rivelato come la ragazza, minorenne, fosse stata vittima degli abusi sessuali del compagno convivente della mamma. È successo a Bologna, dove è stato così arrestato ieri, venerdì 3 maggio, un uomo di origine boliviana di 38 anni, con l'accusa di violenza su minore in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip della città emiliana. Tutto è cominciato lo scorso marzo, quando in Procura è arrivata una segnalazione dei servizi sociali tutela minori che riferivano di possibili abusi sessuali subiti da una giovane, nata a Bologna, da parte del convivente della madre.

Era stata la scuola a lanciare l'allarme, complici alcuni problemi relativi al profitto e alle presenza dell'adolescente in classe, chiedendo l'intervento del servizio educativo territoriale. L'educatrice aveva poi convocato la madre e la minore per un colloquio di approfondimento della segnalazione, durante il quale la donna aveva riferito di confidenze che aveva ricevuto dalla figlia su una violenza sessuale subita dal convivente. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, gli abusi sarebbero avvenuti in varie occasioni tra i mesi di febbraio e giugno 2018, prima con palpeggiamenti e poi con rapporti sessuali completi, ma all'inizio neppure la madre della vittima se ne sarebbe accorta, anche perché apparentemente pure gli agenti della Polizia di Stato, che indagavano sulla vicenda, si sono trovati davanti ad un contesto familiare tranquillo e sereno. I primi racconti della ragazza erano stati infatti molto generici e riguardavano il suo rifiuto di imparare la lingua spagnola, circostanza che, come si è poi appurato, le riportava alla mente la figura del molestatore.

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