Bologna, “Bella ciao” in Comune per i 100 anni del partigiano Mario Anderlini

Mario Anderlini, detto Franco, partigiano e Medaglia d’Argento al Valor Militare, ha compiuto 100 anni. Per l’occasione è stata fatta risuonare "Bella ciao" all’interno delle aule del Comune a Bologna. “Vorrei dire- sottolinea ringraziando per la cerimonia- che sono stato anche molto fortunato perché i fascisti hanno tentato due volte di farmi fuori“. Ma quella fortuna “è perché sono stato audace”, aveva detto Franco ai cronisti poco prima dell’incontro. Sopravvissuto alla Guerra, il partigiano centenario era riuscito a scampare dalla taglia messa dai nazifascisti sulla sua testa. Tra le proprie imprese, sottolinea soprattutto il ruolo nella liberazione dell’Accademia militare di Modena. I cento anni compiuti sono “davvero un bel traguardo, siamo qui per onorarti e festeggiarti”, gli ha detto il sindaco Virginio Merola. E per questo il primo cittadino bolognese ha fatto suonare l’inno dei partigiani, con tanto di accompagnamento di un’armonica, nella sala Rossa di Palazzo D’Accursio.

“Questa città deve la sua forza a persone come te” dice Merola. Essere “giovani è un impegno personale che non si tradisce, è rimanere fedeli ai propri valori. Sono solo cento anni ma è una estate invincibile la tua e te ne siamo tutti riconoscenti” ha detto ancora il primo cittadino. A ringraziare Anderlini è anche l’ufficio di presidenza del Consiglio comunale, che definisce il partigiano “testimonianza vivente della Resistenza che ci ha consegnato questa repubblica”. Auguri anche dal parlamentare Pd Andrea De Maria. “Ieri, con la sua famiglia, i suoi amici, i suoi compagni, lo abbiamo festeggiato in un pranzo al Centro sociale Rosa Marchi. Oggi, con un gesto molto importante e significativo- sottolinea De Maria- il sindaco Merola ha dedicato ai 100 anni di Mario un appuntamento in Sala Rossa. È molto importante che Bologna ringrazi anche così chi ha messo a rischio tutto per la libertà e la democrazia, anche la propria vita. Verso gli eroi della Resistenza abbiamo tutti un grande debito di riconoscenza che è giusto onorare sempre”.