video suggerito
video suggerito

Bimbi migranti di pochi anni tra i cumuli di rifiuti nei cunicoli del ponte a Ventimiglia

Un gruppo di bimbi di età compresa tra 1 e 5 anni si erano accampati con i loro genitori di origine eritrea tra i cunicoli di sicurezza del ponte ferroviario sul Roia. La scoperta dopo lo sgombero dell’intera zona deciso del Comune ligure.
A cura di Antonio Palma
64 CONDIVISIONI
Video thumbnail
Immagine

Da quando la Francia ha rafforzato i controlli anti immigrati alla frontiera italiana, ormai purtroppo è cosa comune a Ventimiglia, in provincia di Imperia, trovare accampamenti di disperati che si sistemano alla meno  peggio in ritrovi di fortuna spesso senza le più elementari misure igieniche. Non può lasciare indifferente però quanto scoperto nei giorni scorsi lungo il corso del fiume Roia, dove durante l'ennesimo sgombero dei cumuli di abiti e coperte abbandonate da chi ha ripreso il cammino, sono stati rinvenuti sei bimbi in tenerissima età, accampati con le famiglie in una situazione di massimo degrado.

Si tratta di sei piccoli di età compresa tra 1 e 5 anni che con i loro genitori di origine eritrea si erano sistemati tra i cunicoli di sicurezza del ponte ferroviario sul Roia. Quegli anfratti nati per far defluire le acque in caso di piena del fiume, da tempo infatti sono diventati le case, scomode e pericolosissime, di chi è in attesa di attraversare il confine. L’innalzamento del livello del fiume quindi li metterebbe in pericolo e anche per questo il Comune ha deciso di sgomberare l'area.

A spiegare la situazione al  quotidiano Il Secolo XIX è Daniela Zitarosa, dell’associazione Intersos. "Le famiglie e soprattutto le donne sole con i bimbi al Parco Roia non vogliono andare. Hanno paura, temono l’identificazione",  ha spiegato la volontaria. "Diminuiscono gli arrivi e gli sbarchi, ma aumentano i respingimenti dalla Francia" confermano anche altrui mediatori culturali che operano al centro ufficiale gestito dalla Croce rossa per conto della prefettura. Questo ospita circa 300 persone ma almeno 150 restano accampati sul fiume. "Che fare? Aprire le frontiere, battersi affinché vi siano canali legali di transito. O, perlomeno, aprire un centro più vicino alla città che possa essere un punto di riferimento" si chiede Zitarosa.

64 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views