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Berlusconi: “Angela Merkel è il politico più autorevole d’Europa. Abbiamo molto da imparare da lei”

L’ex presidente del Consiglio, nell’ambito di una lunga intervista concessa al quotidiano Il Foglio, parla della sua visione politica in ottica europea: “Gli elettori sono stanchi, ovunque, delle solite facce, dei professionisti della politica, dell’apparato”. I populismi alla Marine Le Pen dividono “il fronte moderato e finiscono con il favorire la vittoria di candidati di sinistra”.
A cura di Charlotte Matteini
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In una lunga intervista concessa al quotidiano Il Foglio, l'ex presidente Silvio Berlusconi commenta il risultato delle elezioni presidenziali francesi, che hanno visto consacrare Emmanuel Macron nuovo presidente de la République, e critica il populismo Lepeniano: "Le elezioni francesi ci insegnano due cose importanti: che i partiti, se non sono capaci di rinnovarsi davvero, soffrono di una crisi che sta mettendo in discussione l’intero sistema di rappresentanza politica in occidente. Gli elettori sono stanchi, ovunque, delle solite facce, dei professionisti della politica, dell’apparato. La vittoria di Trump in America e quella di Macron in Francia hanno questo in comune: nascono dalla voglia di un profondo rinnovamento della politica. Il secondo aspetto riguarda la sconfitta annunciata della signora Le Pen. Nonostante il brillante risultato, e nonostante il fatto che abbia saputo interpretare i sentimenti, le paure, le legittime frustrazioni di una parte importante dell’elettorato francese, la leader del FN sconta il limite di tutti i movimenti di destra identitaria e antisistema: non soltanto non riescono a vincere, ma dividendo il fronte moderato finiscono con il favorire la vittoria di candidati di sinistra", spiega Silvio Berlusconi.

Nel corso dell'intervista, Silvio Berlusconi parla anche della cancelliera tedesca Angela Merkel, dedicandole parole di stima: "La signora Merkel, che stimo e con la quale ho un rapporto personale eccellente, nonostante le assurdità che sono state scritte su questo, è oggi il leader politico europeo più autorevole. Lei rappresenta gli interessi e le ragioni della Germania in modo molto forte, e questo a noi può risultare qualche volta sgradevole. Ma non è lei che dobbiamo criticare per questo, è l’incapacità dei nostri governi di far sentire con altrettanta forza e autorevolezza le nostre ragioni e i nostri interessi", spiega Silvio Berlusconi, aggiungendo: "Da lei possiamo imparare prima di tutto il senso dello Stato, che nel nostro paese non è così diffuso, poi la capacità di assumere decisioni sagge anche quando sono impopolari. Infine la capacità di dialogare alla pari con i leader delle superpotenze. Il mio governo riusciva a farlo, grazie ai miei rapporti personali con i capi di stato e di governo dei maggiori paesi del pianeta. Dopo di allora, purtroppo, l’Italia è diventata davvero marginale".

Per quanto riguarda il futuro politico di Forza Italia alle prossime elezioni, l'ex cavaliere sottolinea: "Come ci presenteremo alle elezioni dipenderà ovviamente soprattutto dalla legge elettorale. Però su una cosa non ci possono essere dubbi, noi lavoriamo per la vittoria del centro-destra unito. Perché questo sia possibile occorre che il centro-destra abbia un carattere fondamentalmente liberale, cristiano, riformatore, convinto che l’Europa debba cambiare ma europeista nella sua ispirazione di fondo. Altrimenti finiremmo come il Fronte Nazionale in Francia: il pieno di voti in alcune aree del paese, ma nessuna possibilità di vittoria".

“Noi abbiamo indicato sin dall’inizio tre criteri fondamentali. Il primo e più importante è questo: la legge elettorale deve garantire una effettiva corrispondenza fra voto dei cittadini e composizione del parlamento. Il secondo tema, non meno importante, riguarda il rapporto fra elettore ed eletto. Va assolutamente garantito, ma con sistemi credibili e che funzionino davvero e il il terzo aspetto, richiamato più volte dal Capo dello Stato, è un sistema elettorale omogeneo fra Camera e Senato. A queste condizioni, noi siamo disposti a votare subito una legge elettorale, con il Pd o con chiunque ci stia, visto che la legge elettorale è un tema che prescinde dagli schieramenti e dalle alleanze politiche”, sottolinea l'ex presidente del Consiglio.

Infine, commentando la polemica che nelle scorse settimane ha investito le Ong e sul caso Boschi – Etruria, Berlusconi torna a sostenere la necessità di condurre le dovute inchieste giudiziarie lontano dai riflettori: "Preferirei che le inchieste giudiziarie si svolgessero in modo silenzioso, come usava fare Falcone, e che si smettesse una buona volta di alimentare un cortocircuito mediatico-giudiziario, soprattutto quando, come nel caso del ministro Boschi, per quanto è dato a sapere, non vi è alcuna evidenza di reato. Va detto però che il pm di Catania sta svolgendo un’indagine su un fenomeno non soltanto di grande allarme sociale, ma sotto gli occhi di tutti. Sospetti sulla trasparenza del lavoro di alcune Ong – ovviamente non tutte – sono stati avanzati da più parti. Inevitabile che se ne parli. Se si scoprisse che davvero c’è chi alimenta da parte europea questo infame traffico di esseri umani per guadagnarci, o anche solo per malinteso spirito umanitario, questo sarebbe molto grave".

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