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Bangladesh: arrestate 4 persone per l’omicidio di Cesare Tavella

La polizia bengalese ha arrestato quattro uomini coinvolti nell’omicidio del cooperante italiano Cesare Tavella, ucciso il 28 settembre scorso in un agguato per strada a Dacca. Sequestrata la moto usata per l’agguato.
A cura di Susanna Picone
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Svolta nel delitto di Cesare Tavella. La polizia bengalese ha arrestato quattro persone sospettate di aver ucciso il cooperante italiano il 28 settembre scorso a Dacca. Secondo la polizia investigativa di Dacca dei quattro arrestati, tre sono direttamente coinvolti nell'omicidio del veterinario 51enne mentre il quarto è accusato di favoreggiamento per aver fornito la moto usata nell'agguato. I quattro sospetti sono stati fermati domenica in diverse parti della capitale. Gli inquirenti stanno ancora cercando il presunto mandante del delitto. Il portavoce della polizia di Dacca, Muntashirul Islam, ha reso noto che è anche stata recuperata la moto dell'agguato e che altri dettagli saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa. Tavella, veterinario di Casola Valsenio in provincia di Ravenna – cooperante dal 1993 – da pochi mesi era il project manager di “Proofs”, un progetto quadriennale di aiuti per migliorare la sicurezza e il reddito delle famiglie, il cibo, le abitudini alimentari per le donne, i neonati e i bambini. Il suo omicidio venne subito rivendicato da una cellula dello Stato Islamico, tuttavia il governo di Dacca ha più volte smentito legami con l’organizzazione jihadista.

L’omicidio di Tavella e di un altro cooperante giapponese – Tavella, secondo la ricostruzione della polizia, stava facendo jogging nel quartier diplomatico di Dacca quando è stato freddato da un commando armato a bordo di una motocicletta. Pochi giorni dopo l’agguato un altro cooperante, un giapponese, è stato ucciso in Bangladesh: identica la dinamica, con tre colpi sparati da una distanza ravvicinata da uomini in moto come per l’italiano. Qualche settimana fa il ministro dell’Interno, Asaduzzaman Khan, parlando con i giornalisti ha detto che gli omicidi dei due cooperanti stranieri “hanno la stessa origine” ma che non riguardano i militanti dello Stato islamico che “non è presente in Bangladesh”.

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