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“Babbo, non uccidere la mamma”. Madre e figlia salvate per caso dallo sconosciuto

Elisa Furlani, 27 anni, di Fano, e Gabriele Ottaviani, 40 anni, il suo salvatore, raccontano i drammatici minuti dell’aggressione subita a Pasquetta al Resto Del Carlino. L’ex della ragazza avrebbe tentato di darsi fuoco dopo averla aggredita sotto gli occhi della figlia di 5 anni. Anche in questo caso l’arrivo dell’uomo è stato determinante.
A cura di Biagio Chiariello
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Gabriele ed Elisa (foto Il Resto del Carlino)
Gabriele ed Elisa (foto Il Resto del Carlino)

“Ho sentito delle urla in strada, dove non passa mai nessuno. Avevo la febbre, non stavo bene, ma sono uscito di corsa per rendermi conto e ho visto una ragazza che veniva strangolata sopra il cofano di una macchina ferma in mezzo alla stradina mentre una bambina urlava tirando i pantaloni dell’uomo ‘babbo, non uccidere la mamma’”. A parlare è il 40enne Gabriele Ottaviani, l’uomo che il giorno di Pasquetta ha salvato la vita a Elisa Furlani, 26 anni. Il suo ex, Matteo Cicerchia, avrebbe tentato di ucciderla sotto gli occhi della figlia di appena cinque anni. Pare che il 26enne – incensurato – non si fosse rassegnato alla fine della loro relazione, conclusa ormai da anni. La scintilla l’avrebbe provocata il fatto che lei avesse ormai una nuova relazione sentimentale. Lunedì ha così messo in atto la sua aggressione. Gabriele però ha udito le grida, anche quelle della bimba, e si è gettato contro lo sconosciuto per farlo desistere, in modo da liberare quella ragazza che non aveva mai visto prima. Cicerchia ha reagito dandogli uno schiaffo per gettarlo a terra, ma il 40enne non si è arreso.

Dalle parole di Elisa, il racconto dell’aggressione:

Improvvisamente – ha detto ieri Elisa, parlando con calma e precisione – lui ha fermato la macchina in una stradina stretta e mi sono sentita dare una botta al petto col suo braccio destro. Vedo una lama di coltello. Non mi ha colpito perché il raggio del suo braccio era più lungo del mio torace. Riesco a prendere quel coltello, mi taglio, ma la lama si spezza. Vedo, anzi riconosco, gli occhi di un folle. Anche in passato li avevo incrociati, al momento della nostra separazione. Lui mi blocca mentre con la mano sinistra prende un secondo coltello dalla tasca cercando di piantarmelo nel petto. Lo afferro per la lama prima che mi colpisse e anche questo si spezza. Non so come riesca ad uscire dallo sportello di destra ma ce la faccio benché continui a stringermi al collo”.

Poi ancora: “Esce sulla destra anche lui tenendomi strette le mani alla gola. Cado per terra, e lui si butta sopra di me. Urlo ma non respiro più. Capisco che sarei morta. Ma torno in piedi, mi dà un pugno in faccia e cerca di strangolarmi. La bimba gli tira i pantaloni per dirgli di non toccarmi, di non uccidermi. In quel momento arriva Gabriele, gli dà una spinta, lui allenta la presa, io telefono al 113. Non è finita perché cerca di travolgerci tutti con l’auto. Non ce la fa perché la ruota sinistra anteriore finisce in un tombino. Noi fuggiamo e ci barrichiamo in casa di Gabriele. Tremiamo ma sappiamo che sarebbe arrivata la polizia”.

Gli agenti hanno bloccato Cicerchia mentre cercava di darsi fuoco dopo essersi cosparso di benzina che si era portato dietro. Anche in questo caso è stato determinante l’arrivo di Gabriele: durante la colluttazione con quest’ultimo, infatti, l’aggressore ha perso l’accendigas. Ora il sindaco Ricci intende dare un encomio al 40enne pesarese: “Sono onorato, ho ricevuto messaggi da tutto il mondo. Io non sono abituato. Sarei felice però se venisse dato anche a Elisa e alla sua voglia di vivere”.

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