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Autonomia Regioni, medici lanciano l’allarme per la salute: “No ai cittadini di serie B”

Federazione nazionale Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri lancia la campagna contro il regionalismo differenziato e a favore del Servizio Sanitario Nazionale: “Il rischio è di gravissime ricadute sulla salute dei cittadini”. I manifesti verranno affissi da domani a Bari e da marzo in altre città.
A cura di Annalisa Cangemi
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Una donna malata di tumore avvolta in una bandiera tricolore ed una richiesta di aiuto: "Italia non abbandonarci. Vogliamo una Sanità uguale per tutti. La salute è un diritto di tutti". Questo è il messaggio della campagna promossa dal presidente della Federazione nazionale Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri nonché presidente dell'Ordine medici di Bari, Filippo Anelli, in risposta alle richieste di autonomia, per alcune materie tra cui appunto la salute, da parte di Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna: "Il rischio è di gravissime ricadute sulla salute dei cittadini". I manifesti verranno affissi da domani a Bari e da marzo in altre città.

La campagna, come ha spiegato Anelli, punta ad alzare l'attenzione sulle possibili conseguenze del regionalismo differenziato: una questione che "rischia di passare inosservata e che invece potrebbe avere conseguenze sull'unità del paese e sull'uguaglianza dei cittadini nell'accesso al diritto alla salute". La campagna è accompagnata dall'hashtag #SìalSSN, cioè il Servizio sanitario nazionale, con i suoi valori di equità, uguaglianza e solidarietà, "baluardo verso derive che potrebbero produrre cittadini italiani di serie A e cittadini italiani di serie B in alcuni ambiti come la Sanità, a seconda della regione in cui vivono".

"L'iniziativa vuole esprimere la preoccupazione dei professionisti della salute di fronte a una riforma poco trasparente e i timori che possa minare il principio di solidarietà e il Sistema sanitario nazionale nel suo complesso, con gravissime ricadute – ha detto Anelli – sulla salute dei cittadini. È fondamentale che il sistema sanitario possa continuare a garantire i livelli essenziali delle prestazioni, da cui dipendono fondamentali diritti sociali e civili dei cittadini". Finora, rileva la Fnomceo, "il Ssn, con tutti i suoi difetti, è riuscito a garantire a tutti i cittadini un livello di assistenza tra i più elevati al mondo, proprio grazie ai principi di equità, solidarietà e uguaglianza su cui si fonda. Il timore diffuso tra i medici è che questo sistema possa essere cambiato non si sa bene come e per quale finalità". I pre-accordi, sottolinea Anelli, "sanciscono infatti nuove importanti autonomie delle regioni in tema di sanità: dagli accessi alle scuole di specializzazione, all'ingresso nel Ssn, ma anche per i farmaci equivalenti e i ticket. Il Veneto avrà anche spazio di manovra sulla libera professione e l'Emilia Romagna sulla distribuzione diretta dei farmaci".

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