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Aumentano posizioni a tempo indeterminato, Di Maio: “Cambiamo l’Italia grazie al decreto Dignità”

Nel primo trimestre del 2019, l’occupazione ha registrato un contenuto aumento. In particolare, crescono le posizioni a tempo indeterminato, mentre i contratti a termine diminuiscono per la prima volta dal 2016. Luigi Di Maio afferma: “Stiamo cambiando il Paese con il decreto Dignità e questo è un messaggio che dovrebbe arrivare alle malelingue, quelle che dicevano che avremmo distrutto l’Italia”.
A cura di Annalisa Girardi
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L'Istat, il ministero del Lavoro e delle politiche sociali, l'Inps, l'Inail e l'Anpal pubblicano oggi il loro rapporto sulle tendenze dell'occupazione relativa al primo trimestre del 2019. Dal quadro generale emerge un contenuto aumento dell'occupazione, sia rispetto all'ultimo trimestre del 2018, sia su base annua. La tendenza, si sottolinea, si inserisce in un contesto di lieve crescita congiunturale del Pil (+0,1%) di coda a due trimestri in cui l'indice era in leggero calo (-0,1%). Il tasso di occupazione destagionalizzato raggiunge così il 58,7%, con +0,1 punti percentuali in più rispetto al trimestre precedente: in altri termini ciò significa 25mila unità in più rispetto agli ultimi mesi del 2018. Se si considera invece una base annua, allora la crescita registrata è del +0,6%, con 144mila occupati in più. È un livello che fa tornare a quelli pre-crisi, avvicinandosi al picco massimo del 58,8% del secondo trimestre del 2008.

Nello specifico, continua ad aumentare l'occupazione per quanto riguarda le posizioni lavorative dipendenti. Come sottolinea il report, "la crescita riguarda tutti i settori di attività economica: oltre l'industria in senso stretto e i servizi, incrementi rilevanti tornano a manifestarsi anche in agricoltura e nelle costruzioni". Anche il lavoro indipendente mostra una crescita sia congiunturale (+0,1%) con 7mila occupati in più, sia su base annua (+1%) con 52mila occupati in più. Con l'aumento tendenziale dell'occupazione, continua il report, si assiste anche ad una riduzione delle persone in cerca di un lavoro (-138mila) e degli inattivi (-130mila).

Un punto importante precisato dal report è rappresentato dalla crescita di posizioni a tempo indeterminato, mentre quelle a tempo determinato diminuiscono per la prima volta dal secondo trimestre del 2016, dopo undici trimestri di crescita: "Entrambe queste tendenze sono influenzate dal notevole aumento delle trasformazioni a tempo indeterminato (+223 mila, +55%) che raggiungono il livello massimo della serie storica contribuendo in modo complementare ad accrescere il numero di posizioni a tempo indeterminato e a diminuire quello delle posizioni a termine", si legge nel testo. "In generale, il progressivo incremento delle trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato da un lato è dovuto all’allargamento della platea dei tempi determinati tra il 2017 e il 2018 e, dall’altro, si lega sia all’esonero contributivo per i giovani fino a 34 anni sia agli effetti della legge 96/2018 (cosiddetto “decreto Dignità”), entrata in vigore da novembre 2018", continua il report.

Tuttavia, aumentano anche gli infortuni sul lavoro: sono stati 131mila nel primo trimestre del 2019, in aumento dell'1,7% rispetto allo stesso periodo un anno fa. "L’incremento è stato maggiore negli infortuni in itinere (+1.358 denunce, +6,6%) rispetto a quelli in occasione di lavoro (+836 denunce, +0,8%). Considerando gli infortuni in occasione di lavoro, l’aumento percentuale ha interessato l’agricoltura e i servizi (rispettivamente +7,9% e +1,3%) mentre le attività industriali hanno registrato un contenuto decremento (-0,9%)", si legge.

Il commento di Luigi Di Maio

Il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, ha subito commentato i dati attraverso un post su Facebook, sottolineando come il decreto Dignità abbia influito in modo positivo nel mercato del lavoro, favorendo i contratti a tempo indeterminato e sfidando la precarietà. Il leader del Movimento Cinque Stelle ha scritto: "Ci hanno attaccato in ogni modo, hanno profetizzato l’Apocalisse. Ecco i dati reali: in Italia ci sono più persone con un lavoro e soprattutto con un lavoro di qualità, perché aumentano anche i contratti stabili, che danno la possibilità di progettare la propria vita. Questo è il senso di tutto, specie per i giovani: progettare un futuro! Ecco come stiamo cambiando il Paese con il Decreto Dignità e questo è un messaggio che dovrebbe arrivare alle malelingue, quelle che dicevano, tra le altre cose, che con questo decreto avremmo distrutto l'Italia. Forse abbiamo distrutto il loro giocattolo, quello dei precari e degli sfruttati! I prossimi passi: giù le tasse, lotta agli evasori e subito il salario minimo, perché è inaccettabile che ci siano milioni di persone che prendono ancora 3 o 4 euro l’ora! Siamo in un Paese civile, dove deve esistere il lavoro, ma non a qualunque costo. Non a prezzo della dignità".

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