West Nile, i casi salgono a 173 in Italia: raddoppiati in una settimana. Quali sono le regioni più colpite

Cresce il numero delle infezioni da West Nile Virus nel nostro Paese. Secondo l’ultimo bollettino pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità, dall’inizio del 2025 sono 173 i casi confermati di contagio nell’uomo, quasi il doppio rispetto al report precedente, che ne contava 89.
Tra questi, 72 hanno sviluppato la forma neuro-invasiva della malattia, la più grave, e 11 persone sono decedute. Il bilancio non include un ulteriore decesso avvenuto nelle ultime ore nel Lazio, che verrà conteggiato nel prossimo aggiornamento.
Le regioni più colpite da West Nile Virus
Lazio e Campania si confermano le regioni più colpite, rispettivamente con 37 e 21 casi gravi. Particolarmente critica la situazione nella provincia di Latina (oggi la notizia del decesso di una 83enne), dove si concentra la maggior parte delle segnalazioni nel Lazio. Altri casi neuro-invasivi si registrano in Piemonte (2), Lombardia (2), Veneto (4), Friuli Venezia Giulia (1), Emilia-Romagna (2), Basilicata (1), e Sardegna (1). Il tasso di letalità tra i casi gravi è attualmente del 15%, in linea con gli anni precedenti (20% nel 2018, 14% nel 2024).
Oltre alle forme neuro-invasive, si contano 85 casi di febbre, 14 infezioni asintomatiche individuate tra i donatori di sangue, e altri due casi isolati: uno sintomatico e uno asintomatico.
“La situazione è costantemente seguita dalle autorità sanitarie, sia a livello nazionale che locale”, ha dichiarato Anna Teresa Palamara, direttrice del Dipartimento Malattie Infettive dell’ISS. “Al momento non ci sono segnali di allarme imminente, ma è fondamentale non abbassare la guardia. Invitiamo tutti a rispettare le misure preventive: evitare i ristagni d’acqua dove si riproducono le zanzare, usare repellenti e protezioni, e soprattutto consultare il medico in caso di febbre, specie per le persone fragili e anziane”.
Una rassicurazione che si aggiunge alle parole a Fanpage.it del dott. Alessandro Perrella, direttore dell’Unità Operativa Complessa malattie infettive emergenti dell’ospedale Cotugno di Napoli.
Le altre arbovirosi: Dengue, Chikungunya, Toscana virus
L’ISS ha anche aggiornato il quadro delle altre infezioni virali trasmesse da vettori. Dal 1° gennaio al 5 agosto sono 111 i casi confermati di Dengue: 107 sono legati a viaggi all’estero, ma 4 risultano autoctoni, cioè trasmessi sul territorio italiano. Sono stati identificati due focolai locali in due diverse regioni, attualmente sotto indagine epidemiologica. L’età mediana è di 41 anni, il 58% dei casi riguarda uomini, nessun decesso è stato segnalato.
Per quanto riguarda la Chikungunya, sono stati registrati 32 casi: 30 importati e 2 autoctoni, con un’età mediana di 46,5 anni. Anche qui non si registrano vittime.
Infine, si segnalano:
- 4 casi di Zika virus, tutti importati e senza esiti fatali;
- 23 casi di encefalite da zecche (TBE), tutti autoctoni, età mediana 52 anni;
- 38 casi di Toscana virus, anch’essi autoctoni, con un’età mediana di 59,5 anni. Nessun decesso in entrambi i casi.