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West Memphis, la storia dei tre bambini uccisi nella ‘tana del diavolo’

Maggio 1993, Arkansas. Tre bambini di 8 anni escono da scuola e scompaiono nel nulla in sella alle loro biciclette. I corpicini verranno ritrovati il giorno dopo, nudi e mutilati. L’orrore del crimine impone una caccia al colpevole senza precedenti. Alla fine tre ragazzi del posto, satanisti metallari vengono accusati del crimine, ma la verità forse è ancora lontana.
A cura di Angela Marino
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Una scena del film 'The devil's knot'
Una scena del film ‘The devil's knot'
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Maggio 1993. In America è l'anno del primo incontro tra il presidente americano Bill Clinton e il russo Boris Eltisin e del ‘caso Bobbit', la moglie tradita che evirò il marito con un coltello. Toni Morrison è la prima scrittrice di colore a ricevere il Premio Nobel per la letteratura. I Metallica sono sulla cresta dell'onda con l'album omonimo, il loro più grande successo commerciale con 38 milioni di copie vendute. (continua)

Devil’s knot: la vera storia dei tre di West Memphis

A West Memphis, popolosa città della Contea di Crittenden, in Arkansas, Stevie Branch, Michael Moore e Christopher Byers, 8 anni, escono da scuola e vanno a giocare all'aperto. Lo fanno spesso anche se, in quella cittadina religiosa e austera dove non succede mai nulla, non c'è molto da fare. Lasciano i banchi di scuola e nessuno li vede più. L'allarme scatta immediatamente e le ricerche vengono estese su tutto il territorio, finché l'indomani, tra i boschi melmosi della Robin Hood hills, da un fossato spuntano tre corpicini nudi, orrendamente mutilati, con le braccia e le gambe legati. Stevie Micheal e Chris sono stati picchiati brutalmente e annegati. Inizialmente si pensa che il piccolo Chris, il cui cadavere è irriconoscibile, sia stato mutilato e evirato dagli assassini, si scoprirà poi che il corpo del piccolo è stato attaccato da pesci e tartarughe del fossato, che ne hanno strappato le carni. Quel delitto infame indigna tutta la collina, l'idea che il mostro si trovi in mezzo a quelle case basse e ordinate, è intollerabile.

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In manette tre giovani satanisti metallari

Il 3 giugno, tre ragazzi di 18 e 17 anni, del posto, vengono arrestati per l'omicidio dei piccoli. Si fa strada la teoria che i tre metallari abbiano ucciso in un macabro rituale satanico, conservando anche un feticcio delle loro vittime. I testicoli di Christofer, accusa il patrigno del bambino, sarebbero stati mutilati e conservati da Damien sotto formaldeide all'interno di un barattolo, nella sua stanza. Deliri, allucinazioni, accuse: la comunità di West Memphis diventa una moderna Santa Inquisizione che mette al rogo i sacrileghi deviati.

West Memphis Three

Dall'altro lato ci sono loro, i tre sbandati, i reietti, quelli che vestono con magliette scure e ascoltano il metal, la musica del diavolo, i perdigiorno che per noia potrebbero fare qualsiasi cosa. Perché potrebbe anche essere quella la chiave: nessuna messa nera, nessun sacrificio al diavolo, ma un estremo episodio di bullismo, partorito dalle tenebre di ignoranza e povertà in cui tutti i protagonisti della storia sono cresciuti, come quello che toccò al piccolo James Bulger.

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La confessione

Arriva una confessione, un'ammissione di colpevolezza, l'ultima mandata di chiave alla porta con le sbarre: Jessie Misskelley ammette di aver ucciso i bambini con l'aiuto dei complici Echols e Baldwin. Jessey, il più fragile dei tre, con un QI leggermente inferiore alla media, ritratta nei giorni successivi, sostenendo di aver confessato su pressione della polizia, ma ormai è fatta. Spuntano diversi testimoni che affermano di aver sentito i tre parlare tra loro della mattanza dei bambini. Damien Echols viene condannato a morte in quanto maggiorenne, Misskelley e Baldwin all'ergastolo. La storia sembra scritta, ma succede qualcosa di imprevisto: i loro essere ‘reietti', quello che ha sempre condannato i tre, la loro diversità un po' sciatta e un po' damned, questa volta lavora in senso inverso.

Damien Echols e la campagna vip

Un'opinione pubblica più aperta e sensibile di quella locale – e soprattutto affamata di storie maledette come quella della Robin Hood hills – si identifica nei tre condannati. Una frangia innocentista si solleva in tutt'America, trovando seguitissimi spazi nei talk show e i sui giornali. Adolescenti innamorate scrivono plichi di lettere d'ammirazione ai tre. Lorry Davis, un architetto di Brooklyn, all'epoca quarantenne, si appassiona alla vicenda dei tre ragazzi e avvia una corrispondenza con Echols. Nel 1999, i due si sposano con rito buddista e Lorry avvia una campagna mediatica ottenendo l'appoggio pubblico di alcune star, tra cui l'attrice Winona Ryder, il leader dei Pearl Jam, Eddie Vedder, il controverso rocker Marilyn Manson, lo sceneggiatore Peter Jackson e infine Johnny Depp, che diventa uno dei migliori amici di Echols, tanto da tatuarsi sul braccio lo stesso disegno.

Devil's knot: un film e un documentario

Dalle Robin Hood hills alle Hollywood hills, la storia dei ‘tre di Memphis' diventa prima un documentario prodotto dalla HBO e poi un film dal titolo "The devil's knot", girato dal regista armeno Atom Egoyan, basato su libro di Mara Leveritt "Devil's Knot: The True Story of the West Memphis Three". Alla storia si ispira anche la terza stagione della serie ‘True Detective'. Dopo la mobilitazione delle celebrità e con i mezzi scientifici moderni a disposizione degli investigatori vengono effettuate nuove analisi. Sui corpi e sulla scena – che all'epoca dei fatti non era stata protetta – non si trova DNA dei condannati. Il giudice David Laser annulla le precedenti condanne e avvia un nuovo processo.

‘Siamo innocenti: condannateci'

Attraverso un accordo della difesa di Echols con la Procura i tre vengono scarcerati a condizione, però, che si dichiarino colpevoli secondo l’istituto del diritto statunitense conosciuto come “Alford plea”. In questa formula di patteggiamento, pur continuando a protestarsi innocente, l’imputato riconosce che l’accusa ha prove sufficienti a convincere una giuria e si dichiara colpevole. La vicenda si conclude con la condanna a 18 anni e 78 giorni di reclusione, esattamente il periodo già trascorso in cella. Questo tipo di accordo impedisce al condannato innocente di chiedere il risarcimento allo Stato per gli anni di ingiusta detenzione. A 27 anni dalla loro tragica fine i genitori di Stevie, Micheal e Chris non sanno cosa sia successo ai loro figli. Alcuni di loro non hanno mai creduto alla colpevolezza di Echols e compagni.

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Giornalista dal 2012, scrittrice. Per Fanpage.it mi occupo di cronaca nera nazionale. Ho lavorato al Corriere del Mezzogiorno e in alcuni quotidiani online occupandomi sempre di cronaca. Nel 2014, per Round Robin editore ho scritto il libro reportage sulle ecomafie, ‘C’era una volta il re Fiamma’.
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