Virus West Nile, casi quasi raddoppiati in una settimana: 275 contagi e 19 morti in Italia

In Italia i casi di infezione da virus West Nile sono quasi raddoppiati in soli sette giorni, passando da 173 a 275. Un incremento significativo che non solo conferma la persistenza del virus nelle aree già colpite – in particolare Lazio e Campania – ma evidenzia anche un’espansione verso le regioni del Nord, dove la circolazione è ormai consolidata da anni. Parallelamente, il numero dei decessi è salito da 11 a 19, con un indice di letalità pari al 15,1%, un valore simile a quello registrato nel 2024 (14%) e leggermente inferiore a quello del 2018 (20%).
Il quinto bollettino di sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità traccia un quadro dettagliato. Tra i contagi confermati, 126 casi si sono manifestati nella forma neuro-invasiva, la più grave, che può colpire il sistema nervoso centrale causando encefalite o meningite. La distribuzione geografica è la seguente: 6 casi in Piemonte, 7 in Lombardia, 5 in Veneto, 1 in Friuli-Venezia Giulia, 4 in Emilia-Romagna, 47 nel Lazio, 50 in Campania, 1 in Basilicata, 3 in Calabria e 2 in Sardegna.
Oltre a questi, si contano 125 casi febbrili, 20 rilevati in donatori di sangue asintomatici e 4 classificati tra forme sintomatiche e asintomatiche. Nel complesso, il virus ha raggiunto 52 province, dieci in più rispetto alla settimana precedente, e ora interessa 15 regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Emilia-Romagna, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.
Il virus West Nile, trasmesso principalmente attraverso la puntura di zanzare infette, può provocare sintomi lievi come febbre, mal di testa e nausea, ma in alcuni casi evolvere in forme gravi, soprattutto in soggetti anziani o con sistema immunitario compromesso. Non esiste al momento un vaccino per l’uomo, e la prevenzione si basa soprattutto sulla protezione dalle punture e sul controllo delle zanzare.
Gli esperti dell’Iss avvertono che il picco dei contagi, secondo l’andamento osservato negli anni precedenti, tende a verificarsi nel mese di agosto. Tuttavia, l’evoluzione non è facilmente prevedibile, poiché fattori climatici e ambientali – come temperature elevate e presenza di aree umide – possono incidere sulla proliferazione delle zanzare vettori del virus.
"La diffusione dei casi, che inizialmente interessava soprattutto Lazio e Campania, si sta estendendo nelle aree endemiche del Nord Italia, dove ogni anno registriamo contagi nell’uomo", spiegano i ricercatori del Dipartimento Malattie infettive dell’Iss. "Qualche episodio sporadico lo osserviamo anche al Sud, ma la tendenza attuale mostra una crescita costante a livello nazionale".