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“Vi racconto il mio amico Gianni, che mi comprò i libri per studiare”: la storia di Massamba

Massamba e Gianni sono diventati amici per caso e lo sono stati per tutta la vita: Massamba arrivava dal Senegal con la sua famiglia ed era un bambino timido. Gianni, invece, lo aveva notato bighellonare nella sua zona. “A scuola non ci vai?” gli aveva chiesto. Massamba gli aveva confidato che i libri costavano troppo e così Gianni glieli aveva comprati prima dell’inizio delle lezioni.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Una storia che sembra ricordare quella del film "Quasi amici" e ha come protagonisti Massamba, un giovane arrivato in Italia che era appena un bambino, e un anziano operaio piemontese. "Gianni era un uomo buono e mi ha aiutato quando ero piccolo. Mi ha protetto quando ero solo, comprandomi i libri per andare a scuola" scrive Massamba, ormai uomo, sul gruppo Facebook "Africani in Italia". Ora ha 37 anni, vive a Milano e ha quattro figli. Fa il custode in un'azienda. Racconta di essere felice, di non desiderare molto altro. Da piccolo si è trasferito con i genitori dal Senegal in provincia di Novara. E qui ha trovato Gianni, conosciuto all'età di 11 anni nell'aprile del '98. "Ero timido, non conoscevo nessuno, e Gianni abitava nella via parallela alla mia. Lo incontravo ogni tanto quando andavo in giro, ma un giorno di fine agosto mi ha chiesto di aiutarlo a scaricare la legna dal suo camion. "Ma tu a settembre non vai a scuola?" mi ha chiesto poi, a bruciapelo. A fatica gli ho risposto che per mio padre i libri costavano tanto e che non sapevo cosa avrei fatto" scrive ancora Massamba. Così, Gianni ha comprato prima dell'apertura tutti i libri che gli servivano. In questo modo gli ha permesso di andare a scuola.

"Ogni giorno all'una mi aspettava davanti alla porta di casa sua, mi faceva trovare la pizza e una lattina di Coca-Cola. Mi guardava i compiti e poi mi dava una mano – racconta -. Questo faceva per me. Aveva la mamma malata e i fratelli nelle stesse condizioni. Ogni volta mi diceva che quando sarebbe toccato a lui, non ci sarebbe stato nessuno. Io gli rispondevo sempre che ci sarei stato e ne ero orgoglioso e convinto. Quello che voleva da me, era che io fossi al suo funerale".

Nel 2007, Massamba affronta un periodo difficile della sua vita: perde lavoro, casa e il mutuo per la crisi economica che era appena iniziata. "Preso dalla voglia di ricominciare, mi sono trasferito a Milano dove ho trovato lavoro. Sono rimasto in contatto con Gianni che però era ormai solo e ogni weekend andavo a trovarlo. Ci guardavamo Striscia La Notizia, a lui faceva ridere – scrive ancora nel lungo post Facebook -. Ogni anno gli ritinteggiavo casa, per mantenerla sempre in ordine. Non ha mai voluto una foto con me, tranne questa, scattata a gennaio 2014. Un mese dopo è morto da solo in casa. Lo seppi nel momento in cui si stava svolgendo il funerale, mentre ero a lavoro. Mia sorella mi ha avvertito e io mi sono fatto di corsa 83 km inutilmente, perché il funerale si era concluso. Questo è il mio più grande rimpianto. A volte lo sogno. Lo ricorderò per sempre, fermamente convinto che non troverò mai più una persona buona come il mio Gianni".

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