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Vasco al Modena Park, i disagi del dopo concerto

Un concerto spettacolare seguito dai disagi per i fans che, durante le fasi di sfollamento, sono stati lasciati a dormire all’addiaccio nei pressi della stazione. Questo il racconto di una ragazza.
A cura di Pietro Giammona
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Uno spettacolo, quello di Vasco Rossi, che rimarrà di certo memorabile. Sia per i tanti – dalle stime sarebbero stati circa 220 mila – che hanno assistito alle quattro ore di concerto a Modena del Re del rock italiano, sia per tutti quelli – e anche qui sono centinaia o qualche migliaio – che allo sfollamento a fine concerto si sono ritrovati a trascorrere la notte alla bell'e meglio tra mille disagi e difficoltà nelle strade vicino alla stazione.

«Io e le mie amiche – racconta Cristina Demarchi – avevamo acquistato i biglietti del treno sia per l'andata che per il ritorno da Bologna a Modena per il concerto di Vasco. Ci siamo comportate seguendo gli appelli degli organizzatori che raccomandavano di non usare mezzi propri per non creare traffico e disagi alla viabilità».

Fin qui, fatti salvi alcuni normali disagi per accedere all'area dove si è tenuto lo spettacolo, tutto normale. La notte ha iniziato poi la sua parabola ascendente con un concerto spettacolare in tutti i sensi. Poi il brusco crollo, almeno per i tanti che dovevano riprendere il treno per tornare a Bologna o diretti in altre destinazioni e tornare a casa. E da qui riprende il racconto di Cristina

«Dopo lo sfollamento a fine concerto, a 100 metri dalla stazione – racconta la ragazza – un posto di blocco di camionette della polizia bloccava le persone non consentendo l'accesso alla stazione. Nella strada di accesso alla stazione la folla era intruppata e ammassata su due file, una per chi era diretto a Bologna e l'altra per le frecce a più lunga distanza. In realtà non sappiamo esattamente cosa sia successo perché nessuno, né gli organizzatori, né le forze di polizia, né la polizia urbana di Modena ha saputo darci informazioni sul perché l'accesso alla stazione fosse stato bloccato. Le persone nel frattempo continuavano ad affluire e, o si mettevano in coda, o si accampavano alla bell'e meglio nelle strade attorno alla stazione. Nessuna informazione, una sola ambulanza di un'associazione di volontariato che distribuiva coperte termiche e bottiglie d'acqua, esaurite in tempo zero, un solo bar aperto, impossibilità di accedere ai bagni chimici, e quindi persone che urinavano nei parchi e nelle aiuole, crisi di panico delle persone comprensibilmente preoccupate…».

Un racconto che ha dell'incredibile se si pensa che tutta la gente bloccata non aveva alcuna informazione su cosa stesse succedendo. Circolavano solo notizie frammentarie di presunti overbooking nelle prenotazioni, disordini in stazione e problemi di ordine pubblico che sarebbero stati all'origine del divieto d'accesso alla stazione. L'unica cosa certa è che «I treni sono ripartiti solo alle 5:30 di mattina, quando sono arrivati anche rinforzi delle forze di polizia».

«Io lo posso capire – continua Cristina – ma non trovo tollerabile la mancanza di informazioni e di assistenza alle persone che come noi erano accampate attorno alla stazione e nelle vie limitrofe. E trovo giusto chiedere a chi di dovere cosa sia successo e perché. Il concerto è stato fantastico, era filato tutto liscio ed è stato un peccato concludere così una altrimenti splendida serata».

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