Valeria Sollai morta per botulino, il cugino: “C’era tanta gente all’evento, non si può morire per guacamole”

"La nostra famiglia è stata travolta da una tragedia. Come si può morire per i tacos con la salsa guacamole? Attendiamo l'esito dell'autopsia ma pretendiamo chiarezza perché Valeria era in perfetta salute, non soffriva di alcuna patologia". A parlare è Gianni Milia, cugino di Valeria Sollai morta a 62 anni dopo aver mangiato una salsa guacamole alla Fiesta Latina di Monserrato. La 62enne è una delle due vittime insieme a Roberta Pitzalis, 38 anni. Altre 10 persone sono state ricoverate.
Il sospetto è che tutti siano rimasti intossicati da botulino. "Il marito di Valeria e il figlio nomineranno un perito di parte per l'autopsia – ha spiegato Milia a La Stampa -. Vogliono vederci chiaro e in questi frangenti i dubbi sono ovunque. Vorremmo capire se la morte sia dovuta al botulino o anche a qualche errore in ospedale. C'era tantissima gente a quell'evento, è stato molto partecipato e doveva essere un'uscita spensierata. In un attimo è cambiato tutto".
"Valeria era uscita per festeggiare la dimissione dall'ospedale dalla sorella. Hanno mangiato qualcosa ma solo lei il giorno dopo è stata male. Forse solo lei ha aggiunto la salsa all'ordinazione. La sorella più grande non ha avuto problemi. Il giorno dopo ha dovuto allertare l'ambulanza. All'inizio credo che neppure lì avessero compreso il problema, poi però hanno iniziato ad arrivare altre persone con gli stessi sintomi".
"L'ultima volta che ho visto mia cugina – ricorda Milia – era intubata. È stato quando ormai non vi era già più nulla da fare. Per le visite entravano da giorni ormai solo il figlio e il marito. La situazione è precipitata quasi subito, ogni tanto però qualche movimento del corpo faceva ben sperare. Purtroppo però non è accaduto".
"È stato un fulmine a ciel sereno per noi – ha spiegato -. Lunedì ci sarà l'autopsia, non sappiamo neppure noi cosa augurarci. Al momento siamo sconvolti, il marito è disperato".