Il caso del dossier dato ai cardinali per indirizzare il voto: “Cambiare rotta dopo Papa Francesco”

Il giorno più atteso è arrivato. Il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie nella Cappella Sistina nelle prossime ore pronuncerà l'Extra omnes ("fuori tutti"), e da quel momento in poi i cardinali che prenderanno parte al Conclave – 133 dei quali con diritto di voto – saranno soli, al cospetto degli affreschi di Michelangelo e degli sguardi, non sempre benevoli, dei loro colleghi. Tutti gli spazi nei quali si celebrerà il Conclave sono già stati chiusi da sigilli, i cellulari sono stati lasciati a Casa Santa Marta, verranno pronunciati giuramenti di segretezza e l'intera Città del Vaticano sarà "schermata" per evitare qualsiasi tipo di ingerenza esterna.
Messa così, si potrebbe pensare che i cardinali voteranno solo secondo la loro coscienza e senza subire alcuna influenza. Ma le cose, come sempre, sono decisamente più complicate: da giorni, infatti, ciascuno dei 133 elettori subisce pressioni più o meno dirette ed esplicite, mentre si vanno componendo vere e proprie cordate. I cardinali, insomma, sono nel mirino di campagne mirate che tentano di influenzarne le scelte. E una di queste è costituita da un volume distribuito ai porporati che suggerisce una svolta conservatrice dopo il pontificato di Francesco.

Ai porporati, infatti, è stato distribuito un libro intitolato The College of Cardinals Report, che delinea i profili di circa 40 possibili papabili. Oltre a indicare posizioni su temi caldi come le benedizioni per le coppie omosessuali, l’ordinazione di donne diacono e la contraccezione, il testo lancia un messaggio implicito: la Chiesa dovrebbe prendere le distanze dall’agenda progressista di Francesco e sposare posizioni più conservatrici.
Il volume, di cui esiste anche una versione online, è stato redatto da un team di giornalisti cattolici guidato da Edward Pentin (britannico) e Diane Montagna (statunitense), entrambi noti per le loro posizioni tradizionaliste. Secondo Reuters, Montagna avrebbe consegnato copie direttamente ai cardinali nei giorni delle riunioni pre-conclave.
Sebbene gli autori affermino di aver realizzato il rapporto con l’obiettivo di aiutare i cardinali a conoscersi meglio, molti osservatori vedono nella pubblicazione un tentativo di indirizzare le scelte del conclave. "È tutt’altro che imparziale", hanno dichiarato due esperti di diritto canonico alla CNN, sottolineando come il documento lodi figure conservatrici come il cardinale statunitense Raymond Burke e critichi voci più progressiste, tra cui il maltese Mario Grech, definito "controverso".
Anche del nostro Matteo Zuppi si fa un ritratto non molto edificante, descrivendolo come "strettamente legato alla massoneria".
Egli si è dimostrato particolarmente fervente nell’accoglienza degli omosessuali e dell’"amore" omosessuale (si notino le virgolette, ndr), generalmente senza richiamare alla necessità di alcuna conversione. Tuttavia, nonostante le sue evidenti inclinazioni progressiste e i suoi legami con la Massoneria, cerca anche il dialogo con chi si colloca a destra. (…) In contrasto con la sua immagine di ‘prete di strada' vi è il fatto che guida una delle diocesi più ricche del mondo, grazie a una straordinaria donazione di 1,8 miliardi di dollari all’Arcidiocesi di Bologna, avvenuta pochi anni prima della sua nomina. Non è sempre facile comprendere con esattezza dove si collochi Zuppi, un prelato intelligente e dall’acuta capacità di discernimento, su questioni dottrinali e altri temi, poiché ha dimostrato di saper adattare il suo messaggio a seconda del pubblico o del pontefice di riferimento. Inevitabilmente, le sue posizioni tendono chiaramente in una direzione eterodossa, in particolare su temi quali l’indissolubilità del matrimonio, l’omosessualità, l’ideologia di genere e l’inferno.

Del filippino Luis Antonio Gokim Tagle si scrive:
Tagle usa spesso il pulpito per rispondere a questioni di giustizia sociale, ma le sue posizioni su questioni morali appaiono alquanto incoerenti. (….) Egli sostiene che esistano situazioni in cui i principi morali universali non trovano applicazione, come nel caso della Comunione per le coppie che convivono coniugalmente ma senza matrimonio sacramentale, e delle questioni relative all'omosessualità. Si oppone all'uso di un linguaggio "duro" o "severo" nel descrivere certi peccati e ritiene che la Chiesa debba "recuperare" il suo insegnamento sulla misericordia, in parte a causa dei "cambiamenti nella sensibilità culturale e sociale". In breve, minimizza la gravità di tali peccati e lo scandalo pubblico che essi suscitano.
Ma quando si tratta di cause popolari, il Cardinale Tagle si è dimostrato un sostenitore chiaro e schietto. Questo è particolarmente vero per temi come l'ecologia, come dimostra la sua partecipazione attiva al controverso rituale della Pachamama nei Giardini Vaticani nel 2019. Insieme alle sue ambigue affermazioni sulla bontà di tutte le religioni, questi fattori sollevano interrogativi su quella che Tagle ritiene essere l'essenza del Vangelo.
Nel maggio 2025, il quotidiano cattolico italiano La Nuova Bussola Quotidiana ha riportato che almeno 5 fonti, di cui tre di Macao, hanno testimoniato che il cardinale Tagle "gioca regolarmente nei casinò di Macao tramite un proxy o un avatar che effettua le scommesse per lui". Il quotidiano ha proseguito affermando che "non si sa se si tratti di dipendenza dal gioco d'azzardo o di qualcos'altro, ma è certo che Tagle fa parte di una rete di miliardari che hanno tutti a che fare con lo sviluppo dei casinò nel Pacifico".

Non manca ovviamente un capitolo dedicato a Pietro Parolin, da molti considerato il grande favorito.
Il suo approccio risoluto alle relazioni sino-vaticane culminò nel 2018 in un controverso accordo provvisorio segreto sulla nomina dei vescovi, rinnovato nel 2020, 2022 e 2024. L'accordo ha suscitato ampie critiche, non solo da parte del cardinale Joseph Zen Ze-kiun, vescovo emerito di Hong Kong, e dei comuni cattolici cinesi che hanno giurato fedeltà a Roma, ma anche da eminenti cattolici in Europa e negli Stati Uniti che hanno accusato la Chiesa di essersi svenduta alla Cina comunista nel momento peggiore, con conseguenze devastanti. Imperterrito, Parolin ha invitato alla pazienza e ha in genere evitato di cedere al rancore pubblico sulla questione.
Il cardinale Parolin suscitò critiche simili quando ebbe un ruolo significativo nelle negoziazioni con il governo di sinistra spagnolo per la "risignificazione" di un memoriale franchista dedicato alla Guerra Civile Spagnola. (…) È stata messa in discussione anche la gestione da parte di Parolin di alcuni aspetti delle finanze vaticane, in particolare il suo ruolo nell'ostacolare, o quantomeno nel non promuovere, la riforma finanziaria.
Persistono dubbi sulla sua posizione sulla contraccezione. Si è anche distinto come un fervente oppositore della liturgia tradizionale, considerandola contraria a un "nuovo paradigma" per la Chiesa, decentralizzato, più globale e sinodale. Vede in Papa Francesco un'attuazione più completa degli insegnamenti del Concilio. Il Cardinale Parolin ha anche avuto rapporti amichevoli con la Massoneria italiana fin dal 2002. (…) Per i suoi detrattori, il cardinale Parolin è un progressista modernista con una visione globalista, un pragmatico che antepone l'ideologia e le soluzioni diplomatiche alle dure verità della fede. Considerano inoltre Parolin un maestro della screditata Ostpolitik diplomatica degli anni '60, soprattutto nei rapporti con la Cina. Per i suoi sostenitori, il cardinale Parolin è un coraggioso idealista, un fervente sostenitore della pace e un maestro di discrezione e arbitrato che non desidera altro che tracciare un nuovo futuro per la Chiesa nel ventunesimo secolo.

Il dossier è stato pubblicato in collaborazione con Sophia Institute Press, editore vicino agli ambienti conservatori, e la rivista francese Cardinalis. Entrambi i media sono noti per aver dato spazio a posizioni critiche verso il pontificato di Francesco. Nel frattempo, anche altri gruppi stanno cercando di far sentire la propria voce. Le vittime di abusi clericali, ad esempio, hanno creato un database per monitorare la gestione del problema da parte dei cardinali.
Il conclave si annuncia dunque non solo come una scelta di fede e discernimento, ma anche come un banco di prova per l’indipendenza della Chiesa da influenze politiche e ideologiche.