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Ucciso con un pugno per una lite in strada, la madre di Roberto Delrio: “Voglio giustizia”

La madre di Roberto Delrio, l’automobilista di Alghero ucciso dopo una lite per una mancata precedenza, in una lettera aperta: “La peggior punizione per l’autore del gesto violento che mi ha privato di Roberto sarà il rimorso che lo accompagnerà per tutta la vita”.
A cura di Davide Falcioni
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A quasi 11 mesi dalla morte di Roberto Delrio, l'automobilista di Alghero ucciso dopo una lite per una mancata precedenza, la mamma della vittima ha scritto una lettera aperta alla Nuova Sardegna per raccontare il suo stato d’animo ed esprimere il proprio desiderio di giustizia. La vicenda risale al 9 giugno del 2022: Delrio, 62 anni, aveva inseguito il motociclista 41enne Roberto De Sieri per una mancata precedenza. Quest'ultimo, dopo una lite in mezzo alla strada, lo aveva colpito con un violentissimo pugno alla testa; Roberto era stato ricoverato all'ospedale di Sassari ma le lesioni subite si erano rivelate troppo gravi ed era morto dopo una settimana. Per il delitto Roberto Di Seri dovrà difendersi dall’accusa di omicidio preterintenzionale.

Ebbene, a 11 mesi da quei fatti Anna Masia, madre di Roberto Delrio, ha affidato a una lettera uno sfogo: "Sono la mamma di un figlio cui, per futili motivi, è stata tolta la vita ormai quasi un anno fa. Certo, per tutte le madri i propri figli sono i migliori del mondo, ma al di là di questa ovvietà, la grande partecipazione alle esequie, gli innumerevoli attestati di stima, di amicizia e di riconoscenza non solo morale, oltre a riempirmi il cuore di orgoglio, dimostrano che il mio Roberto era apprezzato, benvoluto e conosciuto come persona perbene, onesta e, come tale, meritevole della tanta commozione e dolore che la sua scomparsa ha suscitato e suscita tuttora in familiari, parenti, amici, colleghi e semplici conoscenti".

La donna, nella missiva, ha voluto "ringraziare tutti coloro i quali hanno partecipato e ci sono stati vicini nella tragedia che ha colpito me, i figli Mirko e Jacopo e tutta la famiglia. Mi scuso con tutti quelli ai quali non ho potuto ricambiare l’abbraccio quale segno del sincero cordoglio. Nella immediatezza del fatto mi mancavano le forze".

Infine un appello affinché venga fatta giustizia. "Oggi, approssimandosi il processo – conclude Anna Masia –, mi affido alla giustizia, confidando che faccia celermente il suo corso, nella certezza tuttavia che la peggior punizione per l’autore del gesto violento che mi ha privato di Roberto sarà il rimorso che lo accompagnerà per tutta la vita. Come per tutta la vita sarà impressa nella mente e negli occhi del figlio Jacopo la brutale violenza che lo ha separato per sempre dal padre".

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