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Ucciso a coltellate nel parcheggio a Catania, il 37enne arrestato: “Mi sono difeso”

L’uomo ha ammesso di aver colpito a morte il 40enne Alessandro Indurre nel parcheggio di un supermercato di Catania ma ha sostenuto di averlo fatto per difendersi durante la lite. Le sue affermazioni al vaglio degli inquirenti che le confronteranno col video che lo incastra.
A cura di Antonio Palma
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“Mi sono difeso, ho agito per non soccombere”, così si è giustificato davanti agli inquirenti Habtom Hailu, il 37enne omicida reo confesso del 40enne Alessandro Indurre, accoltellato a morte sabato scorso in un affollato parcheggio di un supermercato di Catania. Arrestato poche ore dopo i fatti e incastrato da un video che ha ripreso l’intera scena, l’uomo ha ammesso di aver colpito il rivale ma sostenendo di averlo fatto per difendersi durante una lite per problemi legati al ruolo di posteggiatore abusivo nell'area.

Nel filmato delle telecamere di sorveglianza del parcheggio del supermercato di corso Sicilia si vede la vittima che corre verso il 37enne sbracciandosi durante una lite ma poi Habtom Hailu che tira fuori una lama colpendo il 40enne più volte all’addome con fendenti che si sono rivelati mortali. Nel video si vede l’omicida che si allontana mentre la vittima barcolla e cade. L’uomo è stato arrestato in giornata dai carabinieri dopo la nota diramata dalla polizia accorsa sul posto e quindi fermato. Era in strada e si lavava le mani sporche di sangue in una fontanella pubblica, ad alcuni chilometri di distanza dal luogo del delitto, dopo essersi cambiato la maglia, anche questa intrisa di sangue, e coi pantaloni con tracce ematiche evidenti.

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“Quando lo abbiamo intercettato, aveva le braccia con delle escoriazioni, il pantalone sporco di sangue e una maglietta che stava lavando nella fontana” hanno spiegato i militari dell’arma. L’uomo, cittadino etiope e rifugiato politico, si guadagnava da vivere facendo il parcheggiatore abusivo a Catania ma il suo arrivo nel parcheggio di Corso Sicilia avrebbe innescato tensioni con Alessandro Indurre, padre di una bambina e conosciuto in zona perché da tempo si arrangiava chiedendo qualcosa ai clienti dello stesso supermercato.

Il 37enne ora in carcere deve rispondere del reato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi. Dopo l’interrogatorio in cella, la Procura etnea ha richiesto al Gip la richiesta di convalida del fermo in attesa dei risultati dell’autopsia sul corpo della vittima, già disposta dalla magistratura.

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