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Uccise la figlia di 18 mesi: “Me lo hanno detto le voci”. E’ stato assolto

Quando uccise a coltellate la figlioletta Alessia di 18 mesi, il 17 agosto 2014 ad Ancona, Luca Giustini, era incapace d’intendere e di volere a causa di uno “scompenso psicotico”. Per questo motivo è stato assolto. Sentenziati comunque 3 anni di libertà vigilata.
A cura di Biagio Chiariello
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Uccise la figlia di 18 mesi a coltellate dopo aver sentito le voci, disse. Oggi, Luca Giustini, il ferroviere di Collemarino (Ancon) che lo scorso 17 agosto ammazzò la figlioletta Alessia con 30 coltellate è stato assolto dal gup del tribunale dorico, Paola Moscaroli, in quanto totalmente incapace di intendere e di volere a causa di uno “scompenso psicotico con importante componente allucinatoria dal contenuto imperativo”. Lo stesso giudice ha previsto 3 anni di libertà vigilata durante i quali dovrà dimorare in una struttura sanitaria convenzionata perché l’uomo sarebbe socialmente pericoloso. La decisione del gup segue l'esito della perizia psichiatrica alla quale era stato sottoposto Giustini, il quale aveva confessato subito il delitto, convinto di eseguire l’ordine di una voce divina. Giustini non potrà allontanarsi dalla clinica senza permesso del personale medico, dovrà seguire un programma terapeutico, condurre una vita regolare e non abusare di alcol o droghe.

"Sia compiuto il disegno di Dio"

Giustini non era in aula al momento del verdetto. Assente pure la moglie Sara, che con l'altra figlioletta si è costituita parte civile con l'avv. Maila Catani chiedendo un risarcimento danni di due milioni di euro. La parte civile, in base alla consulenza di Alessandro Meluzzi, si era opposta alle conclusioni di Ariatti, sostenendo che la capacità mentale del padre di Alessio non fosse del tutto annullata bensì fortemente ridotta per la presenza di “elementi residui di natura coscienziale”. Luca veniva descritto da tutti come un padre, marito e lavoratore modello. Dopo l’omicidio gli investigatori avevano sequestrato nella sua auto alcuni fogli in cui, con una grafia parzialmente incomprensibile, l'uomo aveva scritto appunti deliranti su un presunto ‘disegno di Dio' e ‘precetto di nostro Signore venuto tra noi'. Giustini aveva accoltellato la figlia in casa. La moglie, con l'altra figlia e i suoceri, lo attendeva al mare con l’altra bimba: era stato lui stesso a telefonare alla donna dicendo di aver “combinato un casino”. In seguito, la madre dell'omicida, Brunella Michelini, raccontò che la mattina del delitto il figlio era andato a casa sua chiedendo in lacrime a lei e alla nonna di pregare insieme.

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