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Uccise la compagna e portò via le figlie, Fadda resta in carcere: “Disse che era scivolata sul coltello”

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato da Francesco Douglas Fadda, condannato all’ergastolo nel 2023 per il femminicidio dell’ex compagna e il sequestro delle due figliolette 11enni.
A cura di Gabriella Mazzeo
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La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso presentato da Francesco Douglas Fadda tramite il suo avvocato difensore Lorenzo Galisai. L'uomo è stato condannato all'ergastolo nel 2023 dalla Corte d'assise d'appello di Sassari per il femminicidio di Zdenka Krejcikova, sua ex compagna 48enne. La donna fu uccisa con una coltellata nel gennaio del 2020 in un bar di Sorso, nei pressi di Sassari.

Tramite l'avvocato difensore Galisai, Douglas Fadda aveva fatto ricorso contro la condanna. L'uomo si è sempre definito innocente e davanti ai giudici ha sostenuto che la compagna "si era ferita scivolando e cadendo sul coltello che lei stessa impugnava". L'uomo ha ribadito davanti ai giudici di aver "solo cercato di disarmarla".

Dopo il ferimento nel bar di Sorso, la donna fu abbandonata a morire in una casa di Ossi. Fadda, secondo quanto ricostruito durante l'indagine, l'aveva lasciata lì prima di darsi alla fuga nel cuore della notte portando con sé le due figlie della vittima, all'epoca dei fatti appena undicenni.

Prima della Core di Cassazione si era pronunciata la Corte d'Assise d'Appello di Sassari che pure aveva confermato la condanna all'ergastolo. Alla richiesta di carcere a vita si erano associati gli avvocati di parte civile per la famiglia della vittima e il legale Pietro Diaz che si occupava della difesa delle due figlie minorenni della donna.

Il medico legale che aveva esaminato il corpo senza vita della donna dopo il femminicidio aveva sottolineato che sugli arti della 48enne vi erano diversi lividi lasciati da precedenti aggressioni riconducibili ai maltrattamenti che la vittima subiva da Fadda. Krejcikova, infatti, aveva già denunciato Fadda, ma poi aveva deciso di provare a distendere i rapporti per paura di ritorsioni e nell'interesse delle due figlie ancora minorenni.

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