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Tumore record da 70 kg, il chirurgo che lo ha rimosso: “La paziente sarebbe morta in pochi giorni”

Il rischio di morte della paziente operata a Torino era elevatissimo. A dirlo è il Francesco Moro, il chirurgo che ha esportato una massa tumorale di oltre 70 kg a una donna.
A cura di Chiara Ammendola
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Un caso infrequente, per non dire unico. Lo ha definito così Francesco Moro, il chirurgo che all'ospedale Molinette di Torino ha rimosso un tumore ovarico del peso di 70 kg che ha rischiato di uccidere una giovane paziente. L'enorme massa, del diametro di almeno mezzo metro, pesava infatti più della paziente stessa che, come confermato dal professor Moro, sarebbe andata incontro a una morte certa qualora non si fosse operata.

La donna infatti rischiava di morire per la compressione che l'addome determinava su polmoni ed organi addominali. “Se non fosse stato un tumore benigno, sicuramente non avrebbe potuto raggiungere queste dimensioni – spiega Moro, della Chirurgia 2 universitaria (guidata da Renato Romagnoli) – solitamente, vengono asportati molto prima: possono arrivare a pesare anche due o tre chili, già a dieci chili siamo nell’eccezionalità”

Il tumore era di origine benigna, un cistoadenoma dell'ovaio che può raggiungere anche grandi dimensioni. “In questo caso, le dimensioni erano davvero imponenti e il tumore ovarico, di fatto, è come se fosse diventato maligno – le parole del medico – istologicamente, le cellule non erano maligne, ma il fatto che ha messo a rischio la sopravvivenza della paziente lo rende tale”.

In questo caso, unico nel suo genere, sono stati necessari due interventi: la prima parte è consistita nella aspirazione della porzione cistica della lesione consistente in 52 litri di liquido, la seconda nell'asportazione in blocco del cistoadenoma dell'ovaio di circa 25 chili.

“Il tumore ovarico, appunto, era composto da una parte solida che occupava tutta la parte posteriore dell’addome, e anteriormente da una formazione cistica a contenuto fluido che era preponderante come dimensioni. Come dimensioni, direi oltre mezzo metro di diametro, per un peso complessivo che superava i 70 chili”, racconta Francesco Moro, il chirurgo che ha eseguito l’operazione.

“La neoplasia è stata asportata in maniera radicale, anche perché queste formazioni benigne hanno una crescita di tipo espansivo e non infiltrativo – ha concluso – la funzionalità degli organi addominali è stata compromessa solo temporaneamente a causa della presenza della massa ed è stata completamente ripristinata, senza conseguenze, dopo l’asportazione e durante il periodo post-operatorio. Il rischio di recidiva non è nullo, ma non è elevato”.

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