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Truffe ai danni della Regione Calabria, fondi agricoli con false dichiarazioni: 11 arresti

Avrebbero truffato la Regione Calabria per milioni di euro, ottenendo con dichiarazioni false agevolazioni per l’acquisto di carburante per la coltivazione di territori agricoli. Sono state disposte 11 ordinanze di custodia cautelare. Coinvolti anche 3 funzionari della Regione.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Immagine di repertorio
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Avrebbero truffato la Regione Calabria per milioni di euro, incassando contributi pubblici per fondi agricoli che non esistevano e che, nelle carte catastali, risultavano essere spiagge o, in un caso, la pista dell'aeroporto di Crotone. L'inchiesta coordinata dalla Procura di Catanzaro ha portato a 11 ordinanze di misure cautelari e il sequestro di beni per oltre 600mila euro. Nella vicenda sono coinvolti 3 funzionari regionali che avrebbero aiutato una società di carburanti di Cirò Marina ad ottenere i fondi.

L'accusa è di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di truffe per il conseguimento di erogazioni pubbliche per delitti di falso e di accesso abusivo ai sistemi informatici della Regione Calabria. Sette indagati sono finiti agli arresti domiciliari: tra loro anche Roberto De Fazio, ritenuto figura centrale dell'inchiesta e promotore dell'associazione a delinquere. Tramite accessi abusivi al Sistema informatico e agricolo nazionale, De Fazio avrebbe prodotto la documentazione utile all'ottenimento dei fondi per il carburante agricolo inserendo dati fittizi. Gli altri indagati, poi, hanno usato i certificati per ottenere l'erogazione di gasolio da parte del Dipartimento Agricoltura e Risorse alimentari della Regione Calabria.

Un altro degli indagati è sottoposto all'obbligo di dimora mentre per i tre dipendenti della Regione Calabria è stata disposta la sospensione del lavoro. Uno dei tre, secondo quanto reso noto, sarebbe attualmente in pensione. Secondo le forze dell'ordine, la collaborazione dei tre funzionari e le false dichiarazioni avevano posto la base per l'imbroglio perfetto e per ottenere indebite percezioni di carburante agricolo a prezzo agevolato. Il carburante, ottenuto con accisa ridotta, veniva immesso sul mercato nero a prezzo chiaramente concorrenziale per scopi diversi dall'utilizzo agricolo.

Per riuscire nella truffa, gli indagati avrebbero inoltre dichiarato di essere in possesso di mezzi agricoli per la coltivazione. In realtà, nessuno degli indagati aveva in gestione questo tipo di veicoli o le aree agricole ripotate nei documenti. La pista dell'aeroporto di Crotone per esempio, sulla carta risultava essere un'area in cui vengono coltivati piselli. Il tutto grazie a una "convenzione" datata 30 maggio 2019 con la quale l'amministratore delegato dell'aeroporto Sant'Anna, il dott. Michele Proto, avrebbe concesso il servizio di sfalcio dell'erba e la manutenzione delle aree erbose della struttura a uno degli indagati. Il direttore dell'aeroporto però è deceduto bel 2016, tre anni prima della stipula,  e la società di gestione della struttura non era al corrente dell'accordo.

In altri casi, invece, sono state dichiarate superfici di terreni con estensioni superiori a quelle riportate nel catasto. Variazioni registrate per far rientrare i territori nei parametri previsti per la concessione dei fondi. L'erogazione dei contributi, e quindi del carburante agricolo, varia in proporzione al terreno coltivato e ai mezzi utilizzati per lo scopo.

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