Treviso, il prefetto e il suo cane espulsi dal ristorante: “Questo non è un canile”

Qualche giorno fa il prefetto di Treviso, Anna Maria Marrosu, si è presentata ad una cena vip al ristorante ‘da Maurizio’, a Cimadolmo, in compagnia del suo cagnolino, Olga, cinque anni, taglia mini tipo pincher. Una presenza ‘scomoda’, tanto che il prefetto e il suo consorte sono stati allontanati dalla sala. "Questo non è un canile", ha tuonato il ristoratore. La vicenda ora divide il web e infiamma la discussione. Giusto? Sbagliato? Tantissimi i commenti sul sito del Corriere del Veneto: c’è chi punta il dito contro la decisione del ristoratore, difende la bestiola e propone di "boicottare quel locale", chi si schiera dalla parte del ristorante e del rispetto delle regole: "Perchè il prefetto deve imporre il suo cane a tutti?".
Nel ristorante di Cimadolmo si stava tendendo la cena conclusiva della rassegna "bianco fresco dolce asparago" di Cimadolmo promossa dall'associazione Strada dell'Asparago di Cimadolmo Igp. Invitati anche prefetto e marito, accompagnati dal loro cagnolino tenuto dentro una borsa adagiata a terra fra le sedie della coppia. Ma a metà cena, il ristoratore ha invitato il prefetto ad uscire: la presenza dell’animale non era gradita. Inutile anche il tentativo di mediazione da parte del comandante provinciale dei Carabinieri, Ruggiero Capodivento. Fra l'imbarazzo di alcuni sindaci e assessori presenti, il prefetto se ne è andato.
"Olga si trovava buona e tranquilla nella sua borsa – racconta il prefetto -. Finché si è trattato dell'aperitivo all'aperto tutto è andato bene ma quando siamo entrati in sala e abbiamo appoggiato Olga a terra, tutto è cambiato". Secondo la Marrosu all’esterno del ristorante non c’erano avvisi che informavano che gli animali non erano ben graditi nel locale. "Non è neppure servito che obiettasi che c'è una legge che consente di tenere con sè un cagnolino se non disturba – racconta ancora il prefetto -. Ho manifestato tutta la mia irritazione e me ne sono andata, senza minacciare nessuno perché sono l'opposto di una rappresentante istituzionale arrogante".