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Trapani, lite in carcere: detenuto colpisce poliziotti in testa con una sbarra di ferro

Un detenuto del carcere di Trapani ha aggredito dei poliziotti penitenziari per “futili motivi”. La denuncia del segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe: “Grave episodio. Tutto ciò è sintomatico della grave carenza di sicurezza dovuta sempre alla scarsa presenza di personale. Fino a quando la polizia penitenziaria deve subire queste aggressioni?”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Monta la protesta nel carcere di Trapani, dove un detenuto ha "aggredito alcuni poliziotti penitenziari per futili motivi". I fatti sono avvenuti oggi, quando, intorno alle 13:15, un detenuto italiano ha aggredito due Assistenti Capo coordinatori con una sbarra di ferro staccata ad un tavolino dell'aula della scuola e pugni in faccia. L'aggressore che si è scagliato contro gli agenti aveva avuto uno scontro con un altro detenuto: i due erano stati quindi separati, il primo era stato messo nell'aula della scuola, il secondo portato nella cella di perquisizione.

Il detenuto che si trovava nell'aula doveva essere sentito per un consiglio di disciplina, e mentre che il poliziotto stava andando a prenderlo, l'uomo, italiano, ha preso un piede di metallo del banco della classe e con quello ha colpito in testa al poliziotti.

Per Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, "si tratta di un grave episodio. Tutto ciò è sintomatico della grave carenza di sicurezza dovuta sempre alla scarsa presenza di personale. Fino a quando la polizia penitenziaria deve subire queste aggressioni?". Capece, segretario generale del Sappe, ha espresso quindi solidarietà ai poliziotti contusi: "I detenuti evidentemente sono convinti non di essere in carcere a scontare una pena ma in un albergo, dove possono fare ciò che preferiscono… Ed è grave che la recrudescenza degli eventi critici in carcere si è concretizzata proprio quando sempre più carceri hanno introdotto la vigilanza dinamica ed il regime penitenziario ‘aperto', ossia con i detenuti più ore al giorno liberi di girare per le Sezioni detentive con controlli sporadici ed occasionali della Polizia Penitenziaria".

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