Tragedia nei boschi delle Dolomiti: muore schiacciato dal mulo meccanico davanti al padre

Una giornata di lavoro nei boschi si è trasformata in tragedia per Emilio Lena, 60 anni, residente a Venas di Cadore, in provincia di Belluno. L’uomo ha perso la vita ieri pomeriggio dopo essere rimasto schiacciato dal mulo meccanico che stava utilizzando per trasportare la legna.
L’incidente è avvenuto nei boschi sopra Venas, nei pressi di una baita dove Lena stava lavorando insieme al padre anziano. Secondo una prima ricostruzione, i due si sarebbero spostati con il mezzo lungo un tratto in pendenza: il mulo meccanico, forse a causa del terreno instabile, si è improvvisamente ribaltato. Emilio Lena è rimasto intrappolato sotto il veicolo, mentre il padre è stato sbalzato a monte riportando ferite non gravi.
L’allarme è scattato immediatamente. Sul posto sono intervenuti il Soccorso alpino di Pieve di Cadore, i vigili del fuoco, i carabinieri di Auronzo e l’equipe sanitaria, verricellata dall’elicottero del Suem. Purtroppo per l’uomo non c’è stato nulla da fare: i sanitari non hanno potuto far altro che constatarne il decesso. Le forze dell’ordine stanno ora verificando la dinamica esatta dell’accaduto per comprendere le cause del ribaltamento del mezzo.
Veneto, 76 morti sul lavoro nei primi otto mesi del 2025
La tragedia di Valle del Cadore si inserisce in un quadro regionale sempre più allarmante. Da gennaio ad agosto 2025, il Veneto ha registrato 76 morti sul lavoro, contro i 48 dello stesso periodo del 2024: un incremento del 58,3%. È quanto emerge dal più recente rapporto dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega di Mestre.
La regione si colloca seconda in Italia dopo la Lombardia per numero di vittime, con Verona in testa (18 decessi), seguita da Venezia (16) e Padova (14). A seguire Vicenza (13), Treviso (9), Rovigo (5) e Belluno (1). Tra i casi registrati, 53 sono avvenuti durante l’attività lavorativa e 23 in itinere, cioè nel tragitto casa-lavoro.
Il rischio di infortunio mortale in Veneto si attesta a 23,8 decessi per milione di occupati, ben al di sopra della media nazionale (20,6). Le province più esposte risultano Rovigo, con un indice di 50,1, Venezia (32,6) e Vicenza (28,2), tutte in “zona rossa”.
Oltre il 42% delle vittime è di origine straniera, un dato che riflette la vulnerabilità dei lavoratori immigrati nei settori più esposti, come edilizia, manifattura e logistica. In totale, sono state oltre 46 mila le denunce di infortunio presentate nei primi otto mesi dell’anno, in lieve aumento rispetto al 2024.