Torna libero il ragazzo che idolatrava Turetta: la ex e la sua famiglia vivono nel terrore a Padova

È tornato in libertà, dopo appena quattordici ore in caserma, il 19enne arrestato dai carabinieri per aver aggredito l'ex fidanzata, una ragazza di appena 18 anni di Padova. La giovane lo aveva lasciato, spaventata dal suo comportamento instabile e violento, ma non avrebbe mai immaginato che quel distacco potesse trasformarsi in un incubo. I due si sono incontrati a Mirano, pochi giorni fa. Un incontro che si è trasformato in un'aggressione: lui l’ha trascinata con forza in un luogo appartato e, armato di forbici, l’ha minacciata. Lei è riuscita a scappare. Solo allora sono intervenuti i carabinieri.
Il ragazzo, che su internet si faceva chiamare “Zeus”, non aveva mai nascosto la sua ammirazione per Filippo Turetta, il giovane accusato del brutale femminicidio di Giulia Cecchettin. Sui suoi canali social aveva espresso pensieri inquietanti, inneggiando a quell’episodio di violenza come se fosse un modello da seguire. Un segnale, forse, che avrebbe dovuto allarmare più di qualcuno. Ma nonostante la gravità delle sue azioni e delle sue parole, l’unica accusa formalmente mossa nei suoi confronti è stata quella di resistenza a pubblico ufficiale. Nessuna imputazione per le minacce alla ragazza o per l’aggressione. E così, dopo poco più di mezza giornata, il giovane è stato rilasciato con il solo obbligo di firma quattro volte a settimana.
La famiglia della ragazza vive ora nel terrore. I genitori, gli zii, i nonni, tutti temono che lui possa tornare. E questa volta per fare davvero del male. Lo dicono apertamente, si sentono abbandonati, esposti.
Le minacce, secondo quanto riportato da Il Mattino di Padova, erano iniziate ben prima dell’aggressione. Prima i messaggi alla madre della ragazza: “Sto venendo a ucciderti”, “Svegliatevi che Zeus viene ad ammazzarvi tutti”. Poi il passo successivo: video girati nel giardino della casa della giovane, in cui minacciava esplicitamente di fare del male ai suoi animali domestici. Un’escalation di follia, che sembrava prendere sempre più forza da un’ideologia perversa e malata.
È inquietante il parallelo con il caso Turetta. L’idolatria verso un giovane che ha tolto la vita alla sua ex fidanzata, la messa in scena sui social, i video, le caricature, la costruzione di un personaggio violento e spavaldo, quasi fiero di essere finito nelle mani della giustizia. “Zeus” si era filmato dentro l’auto dei carabinieri, come raccontato dai familiari della giovane. Aveva trasformato la violenza in spettacolo.
E adesso è di nuovo fuori. A raccontarlo, ancora sotto shock, è la zia della ragazza, intervistata sempre da Il Mattino di Padova: “Siamo terrorizzati. Non c’è più l’auto dei carabinieri fuori casa. Immaginiamo fosse lì perché lui era trattenuto. Ma da domani? Chi ci protegge adesso? Non sappiamo nulla di ufficiale, apprendiamo le notizie dai messaggi che lui stesso invia a un’altra ragazza, a cui racconta di essere libero, di cosa deve fare, quando firmare”.
Un senso di smarrimento profondo attraversa le parole della donna: “Ci hanno solo detto di proteggere la ragazza. Ma come? Dobbiamo tenerla chiusa in casa? Lui vive in un mondo tutto suo, un videogioco fatto di violenza e minacce. Noi, invece, viviamo nella paura reale. Nei suoi post e messaggi, c’erano caricature di sé ammanettato, immagini girate nella macchina dei carabinieri. Per lui è tutto un gioco. Ma per noi è un incubo. E temiamo che il prossimo passo sarà davvero farci del male”.
Un grido d’allarme che suona come una richiesta d’aiuto rimasta inascoltata. E intanto, una famiglia intera vive nella costante angoscia di rivedere quella violenza esplodere di nuovo.