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Torino, vandali distruggono il monumento dedicato ai caduti di Nassiriya

Il monumento dedicato ai caduti di Nassiriya ubicato in corso IV Novembre, a Torino, è stato distrutto molto probabilmente la scorsa notte. La scultura, che si compone di 19 figure umane stilizzate e unite tra loro, vuole ricordare la morte dei 19 italiani vittime di un attentato il 12 novembre 2003 in Iraq.
A cura di Davide Falcioni
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Il monumento dedicato ai caduti di Nassiriya ubicato in corso IV Novembre, a Torino, è stato distrutto molto probabilmente la scorsa notte. La scultura, che si compone di 19 figure umane stilizzate e unite tra loro, è stata realizzata da Osvaldo Moi, scultore e maresciallo capo dell'Esercito Italiano. È stata posata nel 2006 nei pressi di piazza d'Armi per ricordare le vittime della strage di Nassirya, in Iraq, del 12 novembre 2003. Sull'episodio indagano le forze dell'ordine.

La Strage di Nassirya: cosa avvenne il 12 novembre 2003

La foto simbolo della strage di Nassiriya (Anja Niedringhau)
La foto simbolo della strage di Nassiriya (Anja Niedringhau)

Era il 12 novembre del 2003 quando a Nassirya un camion kamikaze provocò la morte di 28 persone, tra le quali 19 italiani (12 militari dell'Arma, cinque dell'Esercito e due civili) impegnati nella missione Antica Babilonia. Un tir cisterna pieno di esplosivo scoppiò davanti all'ingresso della base MSU (Multinational Specialized Unit) italiana dei Carabinieri, causando in seguito l'esplosione del deposito munizioni della base "Maestrale" e pertanto la morte di molte persone tra Carabinieri, militari e civili.

La condanna al generale dell'esercito italiano: sottovalutò l'allarme

Per quella strage nel settembre di due anni fa la Corte di Cassazione ha confermato la condanna al risarcimento in favore dei familiari delle vittime a carico dell'ex generale Bruno Stano, comandante della missione italiana in Iraq nel 2003, ritenuto responsabile di aver "sottovalutato" l'allarme su un attentato "puntuale e prossimo" alla nostra base e per la "complessiva insufficienza delle misure di sicurezza". Stano ha quindi dovuto risarcire le famiglie delle vittime della strage perché, secondo i giudici, avrebbe sottovalutato il pericolo in cui si trovavano i militari italiani. Nell'ambito dello stesso processo i giudici hanno confermato l’assoluzione per l’allora colonnello dei carabinieri Georg Di Pauli, attualmente generale e all’epoca responsabile della base Maestrale. Secondo quanto emerso dai processi, Di Pauli tentò di far salire il livello di guardia e di protezione ma dai superiori non ottenne le misure sperate, misure che avrebbero potuto almeno in parte mitigare gli effetti dell'attentato e salvare di conseguenza molte vite.

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