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Torino, vagone piombato dedicato a Primo Levi. Il sovrindentente: “E’ un baraccone”

Esposto a Piazza castello un vagone piombato simile a quelli utilizzati per la deportazione degli ebrei. E’ dedicato a Primo Levi, ma per il sovrintendente ai beni culturali è solo un “baraccone”.
A cura di Davide Falcioni
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A settant'anni dalla liberazione del campo di sterminio di Auschwitz Torino dedica una mostra allo scrittore, partigiano, poeta e chimico Primo Levi, che visse sulla sua pelle l'orrore della deportazione e scrisse due capolavori come "Se questo è un uomo" e "La tregua". Ebbene, per l'occasione a Piazza Castello, nel centro di Torino, è stato allestito un vagone piombato simile a quelli utilizzati dai nazifascisti per trasportare ebrei, rom, comunisti, omosessuali nei campi di concentramento. Una scelta che, però, non è piaciuta a Luca Rinaldi, soprintendente ai Beni architettonici del Piemonte, che ha autorizzato la presenza del vagone per soli 15 giorni in polemica con il Ministero dei beni culturali: "E' un baraccone, turba la prospettiva della facciata di Palazzo Madama", dove i tiene la mostra. "Piazza Castello è la piazza più prestigiosa della città, vincolata e sottoposta al parere dei miei uffici", sostiene il funzionario. "Il vagone – aggiunge Rinaldi – turba la prospettiva della facciata juvarriana del palazzo". Il soprintendente definisce il "carro della memoria" un "baraccone" e poi spiega: "Volete il vagone? Andate al museo ferroviario".

Non si è fatta attendere la replica del sindaco, Piero Fassino, che ha ricordato il valore simbolico di quei carri che trasportarono milioni di persone nei campi di sterminio, invitando Luca Rinaldi a "rivedere la propria posizione". Anche dario Franceschini, ministro dei Beni Culturali, ha dichiarato: "Il significato simbolico e morale della presenza in Piazza Castello di un vagone piombato a memoria della deportazione nei Lager nazisti e del viaggio di Primo Levi è superiore mille volte a qualsiasi valutazione burocratica".

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