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Torino, studentessa vittima di ricatto hard a scuola: “Facci i compiti o diffondiamo le foto”

La ragazza vittima di due amici di scuola che l’avevano fotografata in scatti intimi proprio all’interno dell’edificio scolastico durante i corsi di recupero. I due chiedevano piccoli favori come fare i compiti o pagare la pizza ma a causa della continua minaccia, la giovane era crollata in uno stato di prostrazione psicofisica.
A cura di Antonio Palma
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Per lungo tempo è stata costretta a sottostare ai ricatti dei suoi stessi compagni di scuola di cui si era fidata e che invece l'hanno minacciata continuamente chiedendole svariarti favori e avvertendo  in caso contrario che avrebbero diffuso pubblicamente online alcune sue foto hot scattate proprio nell'istituto scolastico. Vittima del terribile ricatto una studentessa di scuola superiore torinese appena maggiorenne mentre i responsabili delle minacce sono due coetanei ora finiti sotto processo al tribunale del capoluogo piemontese. I fatti contestati ai due, oggi ventenni, risalgono al 2017 quando insieme alla ragazza frequentavano i corsi di recupero pomeridiani a scuola. Propri durante uno di quei giorni, nel giugno di due anni fa, uno dei due ragazzi aveva avuto un rapporto sessuale con la compagna nei bagni di scuola e aveva pensato anche di scattare una foto del momento con lei.

Proprio quello scatto però si è rivelato lo strumento per portare avanti un ricatto verso la ragazza andato avanti per mesi e che ha coinvolto anche un altro amico di scuola del giovane. Secondo l'accusa, i due avrebbero imposto alla giovane diversi piccoli favori come fare i compiti al posto loro ma anche pagare la pizza, il tutto sempre dietro la minaccia di divulgare quegli scatti e ponendo dunque la ragazza in uno stato di prostrazione psicofisica. A causa della continua minaccia, la giovane, oggi ventunenne, infatti aveva avuto difficoltà nel rendimento scolastico ed era stata poi bocciata prima dell'esame di maturità.  La vicenda è emersa solo quando altre amiche di scuola sono venite a conoscenza del fatto e hanno informato alcuni insegnanti che a loro volta si sono rivolti alle forze dell'ordine denunciando l'accaduto. L'inchiesta, coordinata dal pm Valentina Sellaroli, infine ha portato all'incriminazione dei due giovani.

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