Torino: morto Don Carlo Carlevaris, il prete operaio. Lavorava in fabbrica e diceva messa

Se n'è andato all'età di 92 anni Don Carlo Carlevaris, il primo prete operaio torinese, animatore di una stagione di Chiesa fortemente vocata ai diritti sociali. Il sacerdote è morto questa mattina all’alba all’Ospedale Cottolengo. I funerali saranno celebrati dopodomani alle 10, nella chiesa della Piccola Casa della Divina Provvidenza, via Cottolengo 14. A presiederli l’arcivescovo, monsignor Cesare Nosiglia. La salma verrà quindi sepolta al Cimitero monumentale di Torino, nella tomba dei sacerdoti.
Carlo Carlevaris era nato a Cardè, in provincia di Cuneo, il 12 aprile 1926. Ordinato sacerdote a 24 anni, fu cappellano di fabbrica dal 1952 al 1962 maturando, tra i lavoratori, la decisione di diventare prete operaio – lavorando egli stesso in fabbrica rimase per vent’anni. La decisione arrivò dopo essere stato licenziato, come cappellano, dalla Fiat perché le idee che predicava erano state ritenute inadeguate alla politica aziendale. Don Carlo fu anche attivista sindacale nella Cisl, dal ‘67 all’86, occupandosi del rilancio della Gioc, la Gioventù Operaia Cristiana. Nel 1967, dopo un suo appello agli studenti del Seminario di Rivoli, molti ragazzi chierici andarono a lavorare in fabbrica. Don Carlevaris fu anche fondamentale nell’elaborazione della celebre Lettera Pastorale "Camminare Insieme" dell’arcivescovo Michele Pellegrino.
Anche dopo aver interrotto la sua attività sacerdotale, don Carlevaris è rimasto presente nella vita religiosa torinese, fedele alle sue idee di Chiesa attenta ai più poveri. Si pronunciò a più riprese pubblicamente contro la costruzione – costata 12 milioni di euro – della Chiesa del Santo Volto e a favore dei diritti dei lavoratori.