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Torino, insegnante malata di tumore licenziata da scuola: da 5 mesi senza stipendio, Tfr o pensione

La 55enne è stata licenziata dalla scuola Primo Levi di Torino “perché inabile al lavoro”. Da mesi non percepisce da mesi lo stipendio mentre sta lottando contro un tumore al seno.
A cura di Biagio Chiariello
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Anna Vitiello è una donna di 55 anni che sta lottando contro un tumore al seno. Arrivata dalla Campania in Piemonte dieci anni fa con le tre figlie per fare l’insegnante di educazione fisica alle scuole superiori, da 5 mesi non percepisce né lo stipendio, né la pensione. È stata infatti licenziata dopo essere stata giudicata inabile in modo permanente al lavoro. Non ha ricevuto nemmeno la tredicesima e la buonuscita dall’Istituto Superiore Primo Levi di Torino dove insegnava.

Il ministero dell’Economia e delle Finanze dice che la scuola non prepara un documento. L’istituto dice che il Mef non spiega come va preparato. Il risultato è che sono dal mese di ottobre senza stipendio e senza pensione perché ci sono ritardi con l’Inps", dice Anna in un'intervista al Corriere della Sera.

La donna attualmente è ricoverata in un letto dell’Hospice di Carignano. Si sta curando da un cancro in stato avanzato. Si era ammalata una prima volta nel 2007, ma fortunatamente il male era regredito. Ma alla fine del 2022 la situazione è di nuovo precipitata. "A dicembre 2022 la malattia non mi ha permesso più di stare in servizio", dice. Poi nell’ottobre 2023 è stata a una visita collegiale per certificare il suo stato di salute.

Scaduto il contratto al precedente istituto dove lavorava, è rientrata al Primo Levi. Ma dopo poco più di due settimane arriva il licenziamento. "A mio avviso l’inabilità non è giusta causa di licenziamento. Inoltre i malati oncologici sono ben tutelati sulla questione. Alla fine mi licenziano in un periodo in cui ero ancora in malattia. Quei pochi soldi che avevo sono finiti. Non vorrei lasciare questa eredità di problemi" dice nell'intervista.

Il Tfr le dovrebbe arrivare a ottobre, ma i tempi della pensione non sono chiari. “Una situazione inaccettabile frutto di inefficienza e di disumanità, di una burocrazia cieca e sorda di fronte a un caso di questa gravità”, ha dichiarato Cosimo Scarinzi, coordinatore nazionale CUB Sur, che si sta interessando alla vicenda “per quel che riguarda la liceità del licenziamento e la mancanza di tutele”.

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