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Torino, il Museo del Risorgimento non ha pagato gli ultimi 4 anni di bollette

Il museo ha contratto un debito di 60mila euro con la società che fornisce il riscaldamento.
A cura di Davide Falcioni
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Al Museo del Risorgimento di Torino hanno dimenticato per quattro anni di pagare numerose bollette. Sembra incredibile, ma è proprio così. Uno dei luoghi deputati a custodire la storia italiana, tra le armi di Nino Bixio e le giubbe rosse di Garibaldi, potrebbe finire al centro di una manovra giudiziaria, con il Tribunale che molto probabilmente deciderà di mettere le mani nel bilancio per ripianare i consistenti debiti, che ammontano ormai a 60mila euro. Gli amministratori hanno infatti dimenticato di pagare le bollette del riscaldamento e così la società erogatrice del servizio, dopo anni di paziente attesa, ha fatto causa al museo ma anche alla Regione e al ministero dei Beni Culturali. Quelle bollette però sono affare di Umberto Levra, direttore del museo.

Il caso delle bollette non pagate non è che l'ennesima bufera dopo l'inchiesta penale con accuse di peculato e turbativa d'asta per Umberto Levra, storico tra i massimi esperti del Risorgimento, allievo di Alessandro Galante Garrone e presidente del Museo nazionale del Risorgimento italiano. Nelle prossime settimane il pubblico ministero Andrea Padalino tirerà le somme dell'inchiesta condotta dalla guardia di finanza a un anno dal giorno in cui le fiamme gialle avviarono le indagini perquisendo i documenti contabili del museo. Umberto Levra e di Roberto Sandri Giachino sono già accusati turbativa d'asta per aver affidato a ditte "amiche " l'appalto per la fornitura di una trentina di bandiere per i 150 anni dell'Unità d'Italia, nel 2011, per qualche migliaio di euro; e per il rifacimento dell'impianto elettrico del museo nel 2008, per un valore di diecimila euro più Iva.

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