Torino, donna positiva al Covid dona fegato a un paziente positivo. È la prima volta al mondo
Il fegato di un donatore positivo al Covid è stato trapiantato su un paziente anch'egli positivo: l'importante intervento chirurgico – il primo al mondo con entrambi i protagonisti contagiati – è stato eseguito dall'equipe medica del professor Renato Romagnoli all'ospedale Molinette di Torino. Il ricevente, un 63enne calabrese affetto da cirrosi complicata da neoplasia epatica, è risultato avere il virus poche ore prima dell'intervento, durato nove ore per la difficoltà di operare con i dispositivi di protezione.
Lo scorso 10 dicembre la Rianimazione dell’ospedale di Domodossola (VCO) ha segnalato al Centro Regionale Trapianti piemontese (diretto dal professor Antonio Amoroso) la volontà di donare espressa dai familiari di una donna di 66 anni risultata positiva al virus. L’offerta di tale organo è stata accolta nel giro di poche ore perché a stretto giro era stato riattivato nella lista d’attesa un uomo di 63 anni originario dalla Calabria, affetto da cirrosi complicata da neoplasia epatica primitiva, compatibile con la donatrice. L’uomo era risultato per la prima volta positivo al Covid il 9 novembre e, scaduti i 21 giorni di isolamento, un nuovo tampone di controllo aveva dato ancora esito positivo, mentre gli esami ematici e radiologici avevano messo in evidenza un repentino peggioramento della situazione tumorale. Posto di fronte alla possibilità di eseguire un trapianto con il fegato di una donatrice altrettanto positiva, il 63enne calabrese ha subito fornito il suo consenso.
Il fegato della donatrice è stato prelevato nella notte tra il 10 e l’11 dicembre e il ricevente è stato preparato in un'adeguata sala operatoria organizzata per accogliere un paziente positivo al Covid-19. L’intervento chirurgico, durato 9 ore, è stato eseguito in prima persona dal professor Renato Romagnoli, coadiuvato dai suoi collaboratori. A causa delle condizioni cliniche del ricevente e della necessità di operare muniti di idonei dispositivi di protezione, l’operazione è stata non solo tecnicamente difficile, ma anche particolarmente faticosa.