“Ti trito, stupida racchia”: bullismo e minacce feroci tra minorenni, cinque indagate ad Avezzano

Una storia inquietante, fatta di bullismo sistematico e violenza psicologica, arriva da Avezzano, in provincia dell’Aquila, dove cinque ragazze – di cui quattro minorenni di neanche 16 anni e una maggiorenne – sono finite sotto inchiesta con l’accusa di atti persecutori. Secondo quanto riportato da Il Centro, la denuncia è scattata a fine aprile, quando due compagne di scuola, stremate da mesi di soprusi e umiliazioni, hanno trovato il coraggio di rivolgersi ai Carabinieri.
Il racconto delle presunte vittime è agghiacciante: un crescendo di offese, minacce, ingiurie e perfino percosse, che avrebbe trasformato la loro quotidianità in un incubo. Le accuse parlano chiaro: si tratterebbe di un accanimento costante, ripetuto nel tempo, tale da configurare una forma di persecuzione psicologica grave. Le molestie sarebbero avvenute non solo tra i banchi di scuola, ma anche per strada e sui social network, estendendo il clima di terrore anche al di fuori dell’ambiente scolastico.
Tra le frasi riportate nei fascicoli dell’indagine, spiccano insulti di una violenza sconcertante: “Stupide, racchie, handicappate di m…”, seguiti da minacce come “Ti trito, ti meno, ti mangio”. In alcuni casi, le ragazze indagate avrebbero intimato alle vittime di non frequentare determinati luoghi pubblici, imponendo la loro presenza come una sorta di dominio territoriale. Una delle vittime ha riferito che il gruppo l’aveva obbligata, insieme all’amica, a recarsi in bagno più volte sotto minaccia di essere picchiate, vietando loro anche di parlarne con altri.
La violenza non si sarebbe limitata alle parole: ci sono episodi documentati di aggressioni fisiche. In un’occasione, la ragazza maggiorenne avrebbe spinto una delle due coetanee mettendole una mano in faccia e facendole cadere gli occhiali. La stessa avrebbe dichiarato alle vittime di “essere pazza”, di “non stare bene con la testa” e di non temere alcuna denuncia. Un modo per incutere paura, per alimentare il silenzio e l’impotenza delle due ragazze bersaglio delle vessazioni.
Anche il fidanzato di una delle vittime sarebbe finito nel mirino delle minacce. Gli insulti, infatti, avrebbero oltrepassato i confini del contesto scolastico, arrivando via social e messaggi privati, moltiplicando l’intimidazione e il senso di isolamento delle malcapitate.
Ora le Procure di Avezzano e L’Aquila – quest’ultima competente per i minorenni – hanno aperto un’indagine formale. Le cinque giovani saranno ascoltate dai Carabinieri per ricostruire con precisione i fatti e accertare le responsabilità. I magistrati vogliono capire se ci siano stati eventuali silenzi o omissioni da parte dell’ambiente scolastico e se il clima di paura denunciato dalle ragazze sia stato sottovalutato.