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“Ti sciolgo nell’acido”: segregata in casa, si lancia dal secondo piano per sfuggire al marito violento

Un anno di vessazioni per una donna che, segregata in casa dal marito, è fuggita lanciandosi dal secondo piano. “Ti uccido, ti sciolgo nell’acido”, le diceva l’uomo che è stato denunciato.
A cura di Chiara Ammendola
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Immagine di repertorio
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Una prigione quella alla quale l'aveva costretta il marito che per anni l'ha vessata abusando di lei psicologicamente e fisicamente, arrivando a rinchiuderla in casa. Per questo una donna, ormai esasperata, si è lanciata dal secondo piano della sua abitazione nella provincia di Reggio Emilia. Non un gesto estremo ma un tentativo di fuga da quell'uomo violento.

A soccorrere la donna sono stati i carabinieri della compagnia di Quattro Castella ai quali ha chiesto aiuto quando è riuscita a scappare. A loro ha raccontato i soprusi ai quali il marito l'ha costretta negli ultimi mesi arrivando a controllarla con un Gps nascosto nella sua auto, offendendola e minacciandola fino a rinchiuderla in casa.

Immediatamente sono scattate le indagini da parte dei militari che hanno appurato quanto denunciato dalla donna che veniva “sorvegliata” dal marito, oltre che minacciata, picchiata e offesa. Nell'ultimo anno inoltre l'uomo aveva segregata in casa in più di un'occasione, chiudendola a chiave in camera e costringendola a rimanervi per giorni.

E ancora insulti, botte, calci e pugni, fino a lasciarla fuori casa al freddo e minacciandola con frasi del tipo “ti sciolgo nell’acido”, “ti faccio a pezzettini”, “ti voglio morta”. La donna ai carabinieri ha poi raccontato che il marito le avrebbe anche impedito di andare a lavorare o uscire con le amiche, finendo per installare un Gps in auto per carpirne i movimenti.

Fino all'episodio più violento avvenuto lo scorso gennaio quando la donna è giunta in ospedale dove le sono state riscontrate lesioni guaribili in una decina di giorni. Poi la fuga dal secondo piano costatale fratture ad una mano, alla colonna vertebrale e ai piedi.

Da qui l'intervento della magistratura che ha chiesto e ottenuto il divieto di avvicinamento per l'uomo accusato di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate: deve restare distante due chilometri dall’abitazione della donna e dai luoghi da lei frequentati, con divieto di comunicazione e controllo affidato al sistema del braccialetto elettronico.

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