Tentano l’estorsione in videochiamata dal carcere usando un minorenne: “250 mila euro o il cantiere salta in aria”

Dall'interno del carcere tentano un'estorsione in videochiamata usando un minorenne. Secondo i Carabinieri del Nucleo Investigativo, un 39enne e un 33enne, detenuti rispettivamente nelle Case circondariali di Palermo e Agrigento, avrebbero usato due intermediari per chiedere 250 mila euro all'impresa incaricata di realizzare alloggi di edilizia popolare a Messina. Secondo quanto riportano i Carabinieri, la richiesta è stata avanzata con la minaccia di "far ‘saltare' il cantiere" attraverso l'uso di ordigni esplosivi.
Insieme ai due detenuti sarebbe stato coinvolto anche un 24enne in stato di detenzione domiciliare al momento della tentata estorsione. Tutti sono stati destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per tentata estorsione, per avere utilizzato il cellulare dal carcere, il tutto aggravato dal metodo mafioso e dall’impiego di un minore.
A subire il tentativo di estorsione è stata l'impresa edile catanese che sta svolgendo i lavori di riqualificazione nell'area di Fondo Fucile, alla periferia di Messina. La tentata estorsione sarebbe stata posta in essere in due riprese, la prima da un 24enne in stato di detenzione domiciliare e, poco dopo, anche da un minorenne. I due si sarebbero presentati al cantiere chiedendo di parlare con il responsabile per poi avviare le videochiamate con il 39enne e il 33enne detenuti in carcere. La richiesta economica iniziale era di 250 mila euro, mitigata poi a 100 mila euro.
Il titolare però non ha ceduto e ha immediatamente denunciato il fatto alle autorità permettendo così di risalire ai due detenuti, ritenuti vicini alla criminalità organizzata messinese. Le indagini coordinate dalla Direzione distrettuale Antimafia hanno permesso di scoprire l'estorsione e le modalità con cui era stata tentata, portando all'emissione dell'ordinanza.