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Tangenti per la discarica, il gup: “Le accuse a Formigoni vanno riviste”

Durante l’udienza preliminare, il Gup ha ordinato ai pm di rivedere le accuse all’ex governatore lombardo sottolineando che dalle carte “non emergono gli atti contrari ai doveri d’ufficio”.
A cura di Antonio Palma
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Colpo di scena in aula al Tribunale di Milano nel corso dell'udienza preliminare per l'inchiesta sulle presunte tangenti nella discarica cremonese di Cappella Cantone, dove risulta indagato anche l'ex governatore lombardo Roberto Formigoni. Il gup Vincenzo Tutinelli infatti ha chiesto ai pm che hanno indagato sul caso di riformulare le accuse nei confronti del senatore del Nuovo centrodestra e di modificare la descrizione del fatto perché non corrisponde a quanto emerso dal quadro probatorio. In sostanza, secondo il giudice per le udienze preliminari, il capo d'imputazione formulato dalla Procura della Repubblica di Milano "è strutturalmente diverso da come emerge dagli atti" e quindi va completamente rivisto. Inoltre per il gup,  dalle carte dell'accusa "non emergono gli atti contrari ai doveri d'ufficio" contestati all'ex Presidente della Regione Lombardia che quindi vanno riviste. Per tutti questi motivi il giudice ha rinviato l'udienza preliminare sulla vicenda delle presunte tangenti per la discarica di Cappella Cantone al prossimo 24 settembre. A quanto si apprende, però, contro l'ex governatore Formigoni resta l'accusa di corruzione legata alle presunte tangenti ottenute per il rilascio della concessione per la discarica a Cappella Cantone.

L'inchiesta dei pm sul discarica di Cappella Cantone

Nel processo sulla discarica di Cappella Cantone sono complessivamente imputati  13 persone fisiche e 5 società. Secondo la procura milanese l’imprenditore Pierluca Locatelli avrebbe pagato una tangente da oltre un milione di euro alla Compagnia delle Opere di Bergamo proprio su input dell’ex governatore lombardo e una da 100mila euro all’allora vicepresidente del consiglio regionale, Franco Nicoli Cristiani, per ottenere il via libera alla realizzazione della discarica attraverso una delibera proposta dallo stesso Formigoni in contrasto con alcune norme ambientali. Secondo i pm, con quelle tangenti l’imprenditore Locatelli si garantiva oltre all'appoggio degli alti vertici della Regione anche il condizionamento che questi esercitavano sui dirigenti amministrativi competenti per il settore.

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