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Sul bollettino parrocchiale Salvini paragonato a Mussolini, polemica a Vercelli

Le dure parole usate dal parroco locale per descrivere Matteo Salvini e la sua attività politica su un piccolo bollettino parrocchiale di fine anno si è trasformato in polemica a Vercelli. “Io ho detto semplicemente che di persone che si sono presentate come salvatori della patria li abbiamo già avuti  con tutte le conseguenze che ne sono venute” ha spiegato il parroco.
A cura di Antonio Palma
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Un piccolo bollettino parrocchiale di fine anno per raccontare i principali fatti in Italia e nel mondo si è trasformato in polemica a Vercelli dopo le dure parole usate dal parroco locale per descrivere Matteo Salvini e la sua attività politica. Nel testo del giornalino, infatti, il parroco ha accostato in un certo senso l'ex ministro dell'interno addirittura a Mussolini e al ventennio facendo infuriare i leghisti locali. Non a caso a sollevare la polemica è stato Paolo Tiramani, deputato leghista e sindaco di Borgosesia, cittadina della provincia vercellese. "Da cattolico nutro molta fede e molto rispetto. Tuttavia non capisco alcuni preti che utilizzano ogni mezzo per fare dell'assurda politica" ha spiegato l'esponente leghista a La Stampa. Al centro del caso le parole di Don Massimo Bracchi, sacerdote della parrocchia di Santa Maria Maddalena di Vercelli. "Rompendo l'alleanza con Di Maio e i Cinquestelle, Salvini si è dato la zappa sui piedi. Aveva detto ‘datemi pieni poteri', ricordandoci un'altra figura del nostro passato italiano che i pieni poteri se li era presi con gli stessi atteggiamenti populistici e di salvatore della patria. Ma quanti lutti, quanta sofferenza e quanta vergogna l'Italia avrebbe dovuto vivere" è il contenuto dell'articolo firmato da don Massimo.

Non solo, in un altro passaggio il parroco di Vercelli aggiunge: "Salvini ha tentato il colpo sfiduciando il premier Conte, e ora, dall'opposizione, ripromette di rifarsi con le prossime votazioni che dovrebbero essere un plebiscito alla sua opposizione mentre io mi auguro che si possa contare sull'intelligenza e il buon senso degli italiani". Un'altra frase che ha fatto infuriare i leghisti. Contattato da Fanpage.it, Don Massimo  ha rivendicato quelle parole precisando: "Io ho detto semplicemente che di persone che si sono presentate come salvatori della patria li abbiamo già avuti  con tutte le conseguenze che ne sono venute". "Il bollettino è un tentativo da parte mia di leggere la situazione italiana e quella internazionale così come la vedo io. Poi ognuno la vede a modo suo e vota chi vuole" ha aggiunto il sacerdote , concludendo: "Non voglio far polemica con nessuno e non ho offeso nessuno, è solo il mio punto di vista che, come faccio ogni anno, comunico anche ai miei parrocchiani, poi se le persone lo condividono bene, altrimenti si tengono le loro idee".

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