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Suicida a 15 anni per gli abusi del patrigno: condanna dopo 17 anni ma lui è già scappato

La drammatica storia di una ragazzina peruviana arrivata a Torino per raggiungere la madre. La sentenza definita solo dopo 17 anni, un mese prima che anche l’ultima parte degli abusi cadesse in prescrizione.
A cura di Antonio Palma
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A soli 15 anni, nel maggio del 2006, si lanciò dalla finestra dell'alloggio torinese in cui si trovava perché distrutta da una storia di abusi sessuali a cui era stata sottoposta da parte del patrigno e ai quali la sua famiglia, compresa la madre, non aveva creduto cacciandola di casa. La terribile storia di violenze subite dalla giovane adolescente peruviana era iniziata nel 2000 ma dal punto di vista giudiziario si è conclusa solo mercoledì scorso quando finalmente la corte di Cassazione ha condonato in via definitiva l'uomo a tre anni e sei mesi di carcere, dopo 17 anni dai fatti e quando il responsabile è ormai scappato dal nostro Paese.

La ragazza era arrivata in Italia nel 2000 per raggiungere la madre e scappare da una storia di abusi in patria da parte del cugino quindicenne che aveva riversato le sue attenzioni morbose sulla piccola quando questa aveva appena 5 anni. Nel nostro Paese però per l'adolescente inizia una nuovo calvario fatto di continue violenze sessuali da parte del compagno della madre, un uomo di 50 anni. Sono tre anni d'inferno fino a quando decide di raccontare ogni cosa ma si ritrova sbattuta fuori di casa. La ragazzina venne accolta in comunità e nel 2005 gli operatori raccolsero le sue dichiarazioni presentando una segnalazione in procura.

"Non voglio più guardare in faccia quell'uomo" disse la giovane. Ormai però l'orrore si era impossessato di lei e la 15enne si suicidò un anno dopo prima ancora che il tribunale di Torino riuscisse a pronunciare la sentenza di primo grado con la quale condannò a 4 anni e quattro mesi di carcere l'uomo che aveva abusato di lei.  Da qui nasce una vicenda processuale che tra ricorsi e sentenze ha rischiato di finire con un nuovo scandalo come quello dei  giorni scorsi quando una storia di violenze è finita in prescrizione.

Tra meno di un mese infatti anche questo processo si sarebbe concluso allo stesso modo, dopo un primo passaggio in Cassazione e il ritorno in Corte d'appello per ridefinire la pena dopo che i primi anni del reato erano andati già prescritti. Per i giudici alla fine è stata una corsa contro il tempo per confermare la pena per gli ultimi otto mesi di molestie che ancora non erano prescritti. L'uomo però probabilmente non si farà nemmeno un giorno di carcere perché è scappato all'estero e difficilmente rientrerà in Italia.

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