Strangolata dal marito, la figlia di Giulia Lazzari tolta ai nonni: “Sapevano di Roberto”

Non c'è pace per Giulia Lazzari, la 23enne strangolata dal marito Roberto Lo Coco ad Adria, in provincia di Rovigo, e deceduta dopo 10 giorni di agonia. La sua bambina, di 4 anni, affidata in un primo momento ai nonni, è stata consegnata ai servizi sociali del Comune che la collocheranno a breve in una struttura protetta, mentre il papà, e presunto killer della mamma, resta in carcere a Verona. Stando a quanto riportato dal Gazzettino, addirittura alcuni membri della famiglia Lo Coco, per protestare contro questa decisione, si sono recati lunedì pomeriggio a palazzo Tassoni, minacciando di occupare il municipio se non fosse stata ridata loro la piccola. Solo l’intervento dei carabinieri, giunti sul posto insieme alla Polizia Locale, ha riportato la calma.
Intanto, continuano ad emergere dettagli sul femminicidio di Adria. I genitori di Giulia, il padre Devis e la madre Moira, erano a conoscenza della difficile situazione che stava vivendo la loro figlia, stando a quanto comparirebbe tra i commenti di una foto condivisa dal padre della vittima su Facebook, ma le indagini degli inquirenti proseguono senza sosta per fare chiarezza su una vicenda che ha ancora molti contorni oscuri. La 23enne è morta il 17 ottobre dopo 10 giorni di coma a causa dei gravi traumi riportati in seguito al tentativo di strangolamento da parte del marito Roberto, 28enne di origine siciliana. L'uomo aveva aggredito la moglie nella loro casa di Adria, mentre discutevano della imminente separazione, che lui non voleva accettare. Era stata Giulia a dire basta a quel rapporto. Secondo amici e conoscenti era la giovane madre a provvedere alle esigenze della famiglia. Quel giorno in casa era presente anche il cognato, il fratello di Lo Coco, che ha dato l'allarme. Dopo aver tentato di uccidere la moglie. Lo Coco ha provato a uccidersi impiccandosi. È imasto ricoverato alcuni giorni nel centro igiene mentale dell'ospedale di Adria, per poi essere trasferito in carcere, dove si trova al momento.