Stragi naziste: aperta un’inchiesta sulla morte di alcuni italiani in Francia

Dalla Procura militare di Roma è stata aperta un’inchiesta sull’uccisione di alcuni italiani avvenuta per mano dei nazisti nel corso della Seconda guerra mondiale. Secondo quanto ha appreso e riporta l’agenzia Ansa, nel mirino del procuratore Marco De Paolis c’è l’eccidio di Oradour-sur-Glane in Francia, quando furono uccise 642 persone. Tra questi civili uccisi nel corso della guerra anche una emigrante italiana e sette dei suoi nove figli. Si trattava di Lucia Zoccarato, a Oradour-sur-Glane c’è anche la sua lapide e quella dei suoi figli accanto alle altre. Lucia Zoccarato era emigrata in Francia nel 1927, insieme al marito Giuseppe Antonio Miozzo che si salvò dal massacro perché si trovava in Germania in prigionia. La famiglia delle vittime italiane era originaria di San Giorgio delle Pertiche, nel Padovano. Nell’inchiesta aperta dal procuratore militare, da quanto si apprende, per ora non vi sono indagati. L’eccidio di Oradour-sur-Glade risale al pomeriggio del 10 giugno 1944, quattro giorni dopo lo sbarco anglo-americano in Normandia. Responsabile della strage il reggimento “Der Fuhrer” della 2/a divisione corazzata SS “Das reich”.
Trucidate 642 persone, il paese fu dato alle fiamme – Erano i giorni durante i quali i nazisti subirono diversi attacchi da parte dei partigiani: in uno di questi fu rapito e poi ucciso un ufficiale. Quando, il 9 giugno, quella morte fu scoperta scattò la rappresaglia. I nazisti fecero un rastrellamento a Orafour-sur-Glane, ordinarono agli abitanti di radunarsi nella piazza, parlando di un controllo di documenti. Poi avvenne il massacro: gli uomini vennero condotti in alcuni granai e trucidati a colpi di mitragliatrice, donne e bambini furono arsi vivi all'interno di una chiesa che prese fuoco dopo l'esplosione di alcune bombe. Quando la guerra è finita, il paese francese non è stato ricostruito ma lasciato come un museo a cielo aperto, per conservare la memoria di quella strage che è diventata un simbolo della barbarie nazista. Un eccidio per il quale nel 1953 sono stati processati una ventina di imputati in Francia: vi furono due condanne a morte, 12 ai lavori forzati, 6 condanne a pene detentive e una assoluzione, ma una successiva amnistia commutò le condanne a morte e permise la scarcerazione degli altri condannati. Le indagini sono state riaperte di recente anche in Germania e, appena pochi giorni fa, la procura di Dortmund ha incriminato in relazione alla strage un ex militare tedesco di 88 anni.