Strage nel Mediterraneo: barcone si ribalta, morti 43 migranti
L'ennesima strage nel mar Mediterraneo: almeno 43 persone sono morte annegate in un naufragio al largo della Tunisia mentre tentavano di attraversare il Mediterraneo dalla Libia all'Italia. Altri 84 sono stati salvati, riferisce la Mezzaluna Rossa tunisina secondo quanto riporta la Reuters sul suo sito. Stando alle prime ricostruzioni l'imbarcazione sulla quale i profughi viaggiavano era partita da Zuwara, sulla costa nord-occidentale del Paese del Nord Africa, con a bordo migranti provenienti da Egitto, Sudan, Eritrea e Bangladesh, spiega l'organizzazione umanitaria.
14 cadaveri di migranti sulla spiaggia di Zawia, Libia
Non si tratta purtroppo dell'unico dramma odierno legato alla migrazione. Quattordici cadaveri sono stati ritrovati sulla spiaggia di Zawia in Libia. Lo segnala la portavoce dell'Oim Safa Msehli su Twitter. "Finora, tra ieri ed oggi, sono stati recuperati i corpi di 14 persone, tra cui un bambino e una donna". "Un triste monito per ricordare che molte persone annegano nel Mediterraneo in naufragi invisibili, in assenza di un'efficace e responsabile ricerca e soccorso di Stato", sottolinea Msehli.
L'appello di Msf
"Mentre i controlli a bordo rappresentano delle procedure marittime legittime, volte ad assicurare la sicurezza della navigazione in mare, queste ispezioni vengono strumentalizzate da parte delle autorità italiane per colpire le navi umanitarie delle Ong in modo indiscriminato". Lo scrive su Twitter Msf, dopo il fermo amministrativo scattato per la Geo Barents, che ieri "è stata sottoposta a 14 ore di ispezione da parte delle autorità italiane"
Nei primi sei mesi del 2021 – scrive ancora Medici senza frontiere -, almeno 721 persone hanno perso la loro vita – con un incremento tre volte superiore rispetto allo stesso periodo del 2020. A Lampedusa i corpi delle vittime dell'ultimo naufragio sono un terribile promemoria della negligenza degli Stati Ue. Siamo di fronte a un'evidente realtà: mentre le navi umanitarie delle Ong sono bloccate, molte persone continuano a morire nel Mediterraneo. Faremo tutto ciò che è necessario per tornare in mare, per riprendere le nostre attività salvavita il prima possibile, perché le navi umanitarie sono fondamentali per colmare il vuoto lasciato dalle istituzioni", conclude l'ong.